Pub sul lungomare, c’è il sequestro-bis
Dopo due anni, scattano nuovi sigilli per il Pois. Alla base del provvedimento c’è la presenza di opere ritenute abusive
GIULIANOVA. Sequestro bis per il pub Pois di Giulianova, dopo quello già scattato due anni fa. Mercoledì, nel bel mezzo di una serata, nel locale sul lungomare Spalato, in prossimità dell’entrata del molo sud del porto, sono scattati i sigilli della guardia costiera di Giulianova. L’intervento della guardia costiera ha dato attuazione a un provvedimento di sequestro disposto dal tribunale di Teramo per «mancate opere di sanatoria edilizia», le stesse motivazioni del primo sequestro, per l’attività rientrante nel Demanio pubblico. I proprietari dunque, insieme ai clienti del pub, sono stati invitati a uscire fuori.
Secondo quanto emerso, nonostante fosse stato intimato al proprietario del locale di ripristinare la situazione originaria, tutto sarebbe rimasto com’era. Al momento il proprietario preferisce non rilasciare dichiarazioni: non è escluso che possa chiedere il dissequestro . Due anni fa sono emerse diverse irregolarità rispetto alla concessione edilizia. Nel provvedimento di sequestro vengono elencate le varie opere abusive: la recinzione che delimita il lotto sarebbe in difformità al titolo edilizio del 1984 con cui è stata autorizzata; viene contestato l’intervento di realizzazione dei servizi igienici all’interno della cucina del fabbricato principale destinato a pub e viene evidenziato il cambio di destinazione d’uso da bagno a dispensa e ampliamento del medesimo vano all’interno del corpo di fabbrica principale. Inoltre le altezze dell’immobile sarebbero diverse rispetto a quanto descritto nella concessione edilizia del 1987, e sarebbero stati realizzati in difformità due locali tecnici all’interno del vano posto sotto la tettoia adiacente all’ambiente principale. Gli abusi, secondo l’accusa,riguarderebbero anche un forno-pizza, una cella frigorifero, un barbecue in muratura in aderenza alla tettoia senza titoli abilitativi, un rimessaggio in legno e un fabbricato destinato a dispensa. Sul sequestro a suo tempo disposto, così com’era stato evidenziato allora in una nota diffusa dalla guardia costiera, avrebbe pesato anche il mancato pagamento del canone demaniale per diversi anni. All’epoca l’ammontare si avvicinava ai 400mila euro, ma non è escluso che questa cifra sia aumentata. Un mese dopo il primo sequestro il tribunale del Riesame aveva accolto l’istanza presentata dalla proprietà, disponendo il dissequestro del pub, e per oltre due anni, dunque, l’attività è rimasta aperta al pubblico. Non è escluso inoltre che provvedimenti di sequestro, nei prossimi giorni, possano essere intrapresi anche per altre attività rientranti nel Demanio pubblico.
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