Rossi (FdI): ospedale, accuse da chi ha fallito 

La coordinatrice provinciale replica a Pepe e Mariani: «Con loro il piano regionale non è stato varato»

TERAMO. La sanità in provincia di Teramo resta tema caldo e terreno di scontro fra centrodestra e centrosinistra. Dalla rete ospedaliera al nuovo ospedale, il dibattito viaggia a colpi di comunicati e conferenze stampa. L'ultima, martedì, del consigliere regionale Sandro Mariani, che aveva imputato al governo Marsilio la penalizzazione del Teramano, in termini di servizi sanitari e posti letti. Affermazioni sulle quali interviene Fratelli d'Italia con la coordinatrice provinciale Marilena Rossi che cita “la volpe e l'uva” di Esopo per fare un parallelismo fra il centrosinistra e la rete ospedaliera. Vale a dire: le critiche arrivano oggi da chi non è riuscito in passato a centrare l'obiettivo. «Il 30 settembre 2015 la coppia d'attacco teramana della allora maggioranza regionale di sinistra Mariani-Pepe annunciava con una nota che la riorganizzazione del sistema sanitario sarebbe arrivata a breve in Commissione sanità all'emiciclo. Probabilmente, il centrosinistra regionale utilizzava come unità di lunghezza del tempo l'anno luce, in quanto dal giorno della nota alla fine della consiliatura (agosto 2018) il piano non trovò la luce», scrive Rossi, che spiega come invece il governo Marsilio sia riuscito a «realizzare ciò che gli altri non erano riusciti a fare. È comprensibile, allora, leggere per il terzo giorno di fila le esternazioni del consigliere Mariani, il quale cerca, non riuscendoci, di sminuire l'operato dell'attuale maggioranza».
L'esternazione riguarda un comunicato che ieri il consigliere ha divulgato in replica alla replica dell'assessora alla sanità Nicoletta Verì alla sua conferenza stampa, con lo scontro focalizzato sui numeri dei posti letto in provincia. Nel dibattito arriva FdI, che sottolinea come il centrosinistra abbia avuto cinque anni per lavorare alla rete ospedaliera, ricordando come all'epoca Mariani «non alzò barricate per rivendicare e/o trovare soluzioni affinché anche l'ospedale di Teramo, per esempio, avesse la terapia intensiva neonatale. Nel 2015 si udirono grida di festa da parte della sinistra regionale per la sottoscrizione di una convenzione tra la Asl teramana e quella aquilana, nella quale veniva previsto un servizio di ambulanza con terapia intensiva neonatale per il trasporto sino al nosocomio aquilano. Il caso volle che proprio il reparto di T.I.N. a Teramo fosse uno dei pochissimi requisiti, probabilmente l’unico, mancanti affinché la struttura potesse ambire a divenire ospedale di secondo livello», conclude Rossi.
Veronica Marcattili