Scovati inquilini che non pagano
Case popolari, il Comune accerta morosità per 60mila euro
TERAMO. Case popolari vuote oppure occupate abusivamente da persone che non ne avrebbero diritto o non pagano l'affitto da anni. Una morosità complessiva di 60 mila euro, con una singola che supera addirittura le 12 mila. E' una situazione disastrosa quella fotografata dal Comune di Teramo in merito agli alloggi Erp della città. L'accurata indagine è stata svolta dal settore urbanistica e dall'assessore Corrado Robimarga che ha portato alla luce una situazione «piuttosto critica». Lo scopo era dare una risposta concreta alle numerose domande di residenze sociali.
L'analisi è stata fatta su tutti gli alloggi popolari di proprietà comunale situati per lo più in via Longo, piazza Donatori di Sangue e via Fonte Regina. Si tratta in tutto di 209 appartamenti, di cui 194 abitati e 15 inagibili in quanto in attesa di ristrutturazione. L'analisi è stata fatta davvero a tutto campo. Ogni immobile è stato censito in loco. Di seguito si è anche verificato il reddito di ciascun componente familiare. Non solo: attraverso l'ufficio tecnico erariale si è analizzato il patrimonio immobiliare di ciascuno, tramite l'estrazione dei rispettivi certificati catastali. Dal riscontro incrociato di questi dati, il Comune ha fatto delle scoperte interessanti. Il caso più clamoroso riguarda sicuramente lo stato delle morosità.
Ci sono ben 40 inquilini con ritardi di affitto per una situazione debitoria che ammonta a un totale di oltre 59mila euro. Uno solo di questi inquilini ha arretrati per quasi 13mila euro. Per questi casi il Comune proporrà un piano di ammortamento del debito. Solo in caso di mancato rientro si procederà alla dichiarazione di decadenza. Sono poi emersi altri dati interessanti: due case sono abitate da persone che hanno un reddito superiore ai limiti di legge; 11 utenti sono già titolari di una proprietà; in un caso, addirittura, avvengono entrambe le cose insieme. Sei appartamenti, inoltre, risultano correttamente assegnati, ma non abitati.
Per tutti questi casi, gli interessati verranno invitati a presentare entro 30 giorni una giustificazione valida su queste anomalie. Dopo di che si procederà, a seconda dei casi, ad archiviazione, revoca, decadenza, oppure allo sfratto esecutivo. Un altro fatto che è balzato subito agli occhi dallo screening è stato il sotto-utilizzo di 134 alloggi. Cioè la casa è troppo grande in relazione al numero di abitanti. L'assessorato però chiarisce che al momento dell'assegnazione le valutazioni erano corrette. Solo che successivamente molte persone se ne sono andate. E anche di questo l'amministrazione dovrà tener conto per il futuro.
L'analisi è stata fatta su tutti gli alloggi popolari di proprietà comunale situati per lo più in via Longo, piazza Donatori di Sangue e via Fonte Regina. Si tratta in tutto di 209 appartamenti, di cui 194 abitati e 15 inagibili in quanto in attesa di ristrutturazione. L'analisi è stata fatta davvero a tutto campo. Ogni immobile è stato censito in loco. Di seguito si è anche verificato il reddito di ciascun componente familiare. Non solo: attraverso l'ufficio tecnico erariale si è analizzato il patrimonio immobiliare di ciascuno, tramite l'estrazione dei rispettivi certificati catastali. Dal riscontro incrociato di questi dati, il Comune ha fatto delle scoperte interessanti. Il caso più clamoroso riguarda sicuramente lo stato delle morosità.
Ci sono ben 40 inquilini con ritardi di affitto per una situazione debitoria che ammonta a un totale di oltre 59mila euro. Uno solo di questi inquilini ha arretrati per quasi 13mila euro. Per questi casi il Comune proporrà un piano di ammortamento del debito. Solo in caso di mancato rientro si procederà alla dichiarazione di decadenza. Sono poi emersi altri dati interessanti: due case sono abitate da persone che hanno un reddito superiore ai limiti di legge; 11 utenti sono già titolari di una proprietà; in un caso, addirittura, avvengono entrambe le cose insieme. Sei appartamenti, inoltre, risultano correttamente assegnati, ma non abitati.
Per tutti questi casi, gli interessati verranno invitati a presentare entro 30 giorni una giustificazione valida su queste anomalie. Dopo di che si procederà, a seconda dei casi, ad archiviazione, revoca, decadenza, oppure allo sfratto esecutivo. Un altro fatto che è balzato subito agli occhi dallo screening è stato il sotto-utilizzo di 134 alloggi. Cioè la casa è troppo grande in relazione al numero di abitanti. L'assessorato però chiarisce che al momento dell'assegnazione le valutazioni erano corrette. Solo che successivamente molte persone se ne sono andate. E anche di questo l'amministrazione dovrà tener conto per il futuro.
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