Sel accusa: Di Bonaventura silurato dai poteri forti nel Pd

6 Maggio 2014

ROSETO. «Il circolo Sel di Roseto esprime la propria solidarietà politica a Franco Di Bonaventura per la mancata candidatura nella competizione elettorale regionale». Anche il partito di Nichi...

ROSETO. «Il circolo Sel di Roseto esprime la propria solidarietà politica a Franco Di Bonaventura per la mancata candidatura nella competizione elettorale regionale». Anche il partito di Nichi Vendola condivide la presa di posizione dell’ex capogruppo del Pd Guerino Prosperi, sulla mancata candidatura dell’ex sindaco di Roseto alle prossime elezioni regionali. «L’esclusione di Di Bonaventura non riguarda solo il Pd», sottolinea infatti il locale gruppo di Sel, «ma tutta la coalizione del centrosinistra a tutti i livelli. In primo luogo, nelle liste a favore di D’Alfonso vediamo candidati impresentabili, che nulla hanno a che fare con il progetto di rinnovamento della classe dirigente, ma che anzi rappresentano la parte più marcia della politica abruzzese».

Inoltre, sempre secondo Sel, l’esclusione di Di Bonaventura farebbe parte «del progetto di desertificazione a sinistra che i poteri forti praticano da anni, soprattutto a Roseto». Secondo il circolo rosetano di Sel, quindi, l’esclusione dell’ex sindaco Di Bonaventura sarebbe frutto di un complotto ordito da presunti poteri forti all’interno del Pd locale. Tanto forti da imporre un diktat anche a Luciano D’Alfonso. «Le decisioni antiunitarie, unilaterali e presuntuose, di questo Pd» sostiene ancora Sel nella nota «ci hanno condannato a 5 anni di amministrazione Pavone, che passerà alla storia per essere la più inutile giunta di Roseto. In tre anni non sono riusciti a fare nulla, complici a tutti i livelli gli assessori, che erano prima di essere eletti digiuni di politica e che oggi sfilano per la città con l’arroganza e il sussiego tipici di chi non ha una benché minima capacità di amministrare. Tutto questo lo dobbiamo all’arroganza di una classe dirigente figlia dei poteri forti e all’inutilità delle loro pseudo-proposte politiche». (f.ce.)

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