Senza casa da 11 anni per il Lotto Zero
Le abitazioni di Porta Romana lesionate dagli scavi, una proprietaria si sfoga e accusa: «Neppure un euro per i danni»
TERAMO. L'altra faccia della festa del Lotto zero è una casa piena di crepe e abbandonata. E' l'immagine delle abitazioni di Porta Romana e via Cadorna lesionate dagli scavi delle gallerie che hanno tagliato il sottosuolo per aprire il collegamento tra Cartecchio e la Cona. I proprietari sono stati costretti a lasciarle 11 anni fa, quando iniziarono i lavori in quella zona. Per alcuni di loro i contenziosi avviati con l'Anas si sono chiusi con il risarcimento: per altri, però, il calvario non è ancora finito e la ferita per l'abbandono di una casa dove avrebbero voluto trascorrere il resto della vita non si rimarginerà mai. A riportare l'attenzione sul risvolto negativo e drammatico dell'apertura del Lotto zero è Isa Spadano che fino all'arrivo delle ruspe abitava in un appartamento all'angolo tra corso Porta Romana e vico del Pero. «L'ordinanza di sgombero c'imponeva di uscire con l'impegno che saremmo tornati presto», racconta, «ma da 11 anni che io e gli altri condomini siamo fuori dalle nostre case». Il clima di festa e la grande soddisfazione delle autorità che martedì hanno condito il taglio del nastro per l'apertura definitiva del Lotto zero stride con l'amarezza, mista a rassegnazione, che affiora dalle parole di Isa Spadano. «Per noi è una grande sofferenza», spiega, «qualcuno nel frattempo si è ammalato, altri sono morti e fa rabbia sentire che nessuno ci pensa per niente». Dopo tanti anni, le cause civili avviate con l'Anas e le manifestazioni con striscioni e cartelli, non c'è più neppure la forza di protestare ancora. «Non siamo andati alla cerimonia per farci sentire perché non serve a nulla», fa notare la proprietaria, «è un muro di gomma». Sul palco allestito nei pressi della rotonda all'uscita del Lotto zero il sindaco Maurizio Brucchi ha rinnovato il proprio impegno a favore dei cittadini che non hanno ancora ricevuto il risarcimento per le abiazioni lesionate dagli scavi a Porta Romana e via Cadorna. Le parole rassicuranti, però, non bastano più. «Sono state sbattuta fuori dal mio quartiere, allontanata dalle mie amicizie», insiste Isa Spadano, «non si può capire fino in fondo il dolore e lo smarrimento di chi è costretto ad abbandonare la propria casa». La proprietaria sfrattata ricorda che l'allora sindaco Angelo Sperandio garantì il risarcimento anche dei danni morali, oltre a quelli materiali. «Non abbiamo ottenuto né l'uno né l'altro», osserva Isa, «anche perché la sofferenza non si cancella». Anzi, al dolore dell'anima e al disagio di vivere in un'abitazione che non si è scelta, sebbene l'Anas ne continui a pagare l'affitto, si somma la beffa di spese inimmaginate. «Dobbiamo tirar fuori soldi per avvocati e periti, per dimostrare che le nostre case sono lesionate», sottolinea la proprietaria, «e pagare anche l'Imu per abitazioni inutilizzabili». L'altra faccia del Lotto zero si vede a Porta Romana. «Un quartiere distrutto», conclude Isa Spadano, «con una casa puntellata vicino alle rampe come biglietto d'ingresso alla città».
Passata la festa, restano anche le mega file in circonvallazione Spalato e via Di Paolantonio, dove a causa del nuovo senso unico in via Conte Contin il traffico subisce forti rallentamenti. Dalle rampe che sbucano a Porta Romana non possono uscire mezzi di peso superiore a 7,5 tonnellate che da ieri hanno libero accesso a tutto il resto del tracciato, ma non basta. Il Comune è pronto a rivedere la viabilità nella zona. «Siamo disponibili ad adottare soluzioni alternative che stiamo già studiando», chiarisce Brucchi, «ma non dobbiamo essere frettolosi apportando modifiche che potrebbero rivelarsi sbagliate». I vigili urbani tengono la situazione sotto controllo e stando ai loro resoconti, nel pomeriggio di ieri le condizioni del traffico nella zona erano in miglioramento rispetto alla prima mattinata. I controlli proseguiranno nei prossimi giorni e lunedì l'amministrazione deciderà eventuali cambiamenti.
Gennaro Della Monica
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