TERAMO

Sequestra in casa l’ex e la violenta: cuoco condannato a 8 anni 

La donna chiusa a chiave in una camera era riuscita a scappare dalla finestra dopo ore da incubo. L’uomo aveva violato il divieto di avvicinarla disposto per un precedente episodio di violenza

TERAMO. Bloccata per strada, costretta a salire in auto, segregata in casa per un’intera mattinata, picchiata e violentata dall’uomo che diceva di amarla: nei tempi infiniti di maltrattamenti e Codici Rossi è la cronaca processuale a declinare un’altra drammatica storia di violenza con una sentenza di condanna a 8 anni. È la pena inflitta a un 47enne cuoco teramano finito a giudizio con le pesanti accuse di violenza sessuale, sequestro di persona e stalking alla sua ex.

La sentenza di primo grado è stata emessa dal collegio presieduto dalla giudice Claudia Di Valerio (a latere i giudici Emanuele Ursini e Martina Pollera) e ha stabilito un risarcimento danni alla vittima costituita parte civile da liquidarsi in giudizio separato concedendo alla stessa una provvisionale immediatamente esecutiva di 15mila euro. L’uomo era difeso dall’avvocato Gianfranco Di Marcello, la donna assistita dall’avvocato Cristina Perozzi. La Pubblica accusa era rappresentata dal pm Elisabetta Labanti.
Una storia, quella approdata in aula, iniziata nel 2019 quando l’uomo, secondo l’accusa, avrebbe violato un divieto di avvicinamento imposto per altri episodi di violenza, obbligando la donna a salire in auto e portandola nel suo appartamento dove l’ha segregata e violentata.

Un incubo andato avanti per quattro ore fino quando la donna non è riuscita a fuggire passando da una finestra e a raggiungere la caserma dei carabinieri per chiedere aiuto.
Circa un anno prima, quando la relazione era ancora in corso, c’era stato un altro episodio di sequestro con i militari che in quell’occasione erano intervenuti direttamente nell’abitazione dopo la telefonata della donna che chiedeva aiuto dopo essere stata segregata in casa dal suo compagno e picchiata. Una volta sul posto, i militari avevano trovato la donna con evidenti ferite sul volto e sul resto del corpo, mentre il compagno era completamente ubriaco e disteso sul letto, addormentato dopo aver bevuto decine di bottiglie di birra abbandonate vuote in tutto l’appartamento.
Ai carabinieri la donna aveva riferito di essere stata chiusa a chiave in camera da letto dall’uomo e dopo essere stata privata del suo telefono cellulare di essere stata percossa selvaggiamente con pugni, testate al viso, calci e lanci di piatti e bicchieri. Per lei, all’epoca, una prognosi di venti giorni. In quel caso l’uomo aveva accusato lei di avergli sottratto una somma di denaro. Somma che, avevano successivamente accertato i carabinieri nel corso delle indagini, lui aveva perso giocando alle slot-machine.
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