Sfilano in 10mila tra negozi chiusi
Gaffe nel giorno delle penne nere, neanche un bagno per tanti ospiti.
TERAMO. Sfilano 10mila alpini provenienti da tutt’Italia, la città li accoglie con i negozi chiusi e senza bagni chimici. Un dettaglio che non è sfuggito a molte delle migliaia di spettatori che hanno salutato le penne nere affollando in massa le vie di Teramo. Si è conclusa con uno spettacolo suggestivo la tre giorni teramana in onore dell’80º compleanno della sezione Abruzzi dell’Ana.
Un evento di risonanza nazionale che, a detta di molti cittadini, avrebbe avuto maggior successo e meno proteste se i negozi del centro fossero rimasti aperti almeno al mattino, quando la città brulicava di ospiti con le penne nere. Rimarrà, comunque, una domenica speciale.
Per Teramo è stato come tornare indietro di 13 anni quando gli alpini, ospitati dal 1962 al 1996 nell’ex caserma Grue, erano di casa da queste parti.
LA SFILATA. L’ultimo giorno della manifestazione è iniziato in piazza Madonna delle Grazie con la celebrazione della messa nel santuario.
Alle 9.45 l’arrivo della bandiera di guerra del nono reggimento alpini e del labaro dell’Ana ha preceduto di mezz’ora il via della sfilata.
A guidare il serpentone, diviso in sette blocchi, la prestigiosa fanfara della brigata alpina taurinense diretta dal maresciallo capo Marco Calandri.
Tanti gli applausi per i 35 musicisti dopo lo spettacolare carosello serale inscenato sabato in piazza Martiri (nella quale, l’illuminazione precaria, ha dato qualche problema di visibilità agli spettatori).
La sezione Ana Abruzzi, con in testa il presidente Antonio Purificati, ha sfilato mostrando lo striscione “L’Aquila torna a volare”; i rappresentanti della sezione di San Pelino, invece, hanno portato con loro una grossa bandiera tricolore. Molti i comuni abruzzesi e di fuori regione presenti con i loro gonfaloni.
TUTTI IN PIAZZA. Dopo aver attraversato, tra due ali di folla, corso de Michetti, corso Cerulli, via Veneto, corso Porta Romana, viale Mazzini e corso San Giorgio, i diecimila alpini si sono fermati in piazza Martiri della Libertà.
Ed è stato un tripudio di gente e bambini in festa con i flash dei fotografi pronti ad immortalare la marea di penne nere presentate sul palco da uno degli speaker ufficiali dell’Ana, Guido Alleva.
Poi tutti in silenzio ad ascoltare le note dell’inno di Mameli suonato dalla fanfara prima dell’ultimo evento clou: il conferimento della cittadinanza onoraria del Comune di Teramo al nono reggimento alpini dell’Aquila.
Nel pomeriggio, con l’ammainabandiera delle ore 18, è sceso il sipario su una tre giorni intensa che Teramo ricorderà a lungo. Peccato per l’accoglienza con i negozi chiusi e bagni chimici che non c’erano.
Un evento di risonanza nazionale che, a detta di molti cittadini, avrebbe avuto maggior successo e meno proteste se i negozi del centro fossero rimasti aperti almeno al mattino, quando la città brulicava di ospiti con le penne nere. Rimarrà, comunque, una domenica speciale.
Per Teramo è stato come tornare indietro di 13 anni quando gli alpini, ospitati dal 1962 al 1996 nell’ex caserma Grue, erano di casa da queste parti.
LA SFILATA. L’ultimo giorno della manifestazione è iniziato in piazza Madonna delle Grazie con la celebrazione della messa nel santuario.
Alle 9.45 l’arrivo della bandiera di guerra del nono reggimento alpini e del labaro dell’Ana ha preceduto di mezz’ora il via della sfilata.
A guidare il serpentone, diviso in sette blocchi, la prestigiosa fanfara della brigata alpina taurinense diretta dal maresciallo capo Marco Calandri.
Tanti gli applausi per i 35 musicisti dopo lo spettacolare carosello serale inscenato sabato in piazza Martiri (nella quale, l’illuminazione precaria, ha dato qualche problema di visibilità agli spettatori).
La sezione Ana Abruzzi, con in testa il presidente Antonio Purificati, ha sfilato mostrando lo striscione “L’Aquila torna a volare”; i rappresentanti della sezione di San Pelino, invece, hanno portato con loro una grossa bandiera tricolore. Molti i comuni abruzzesi e di fuori regione presenti con i loro gonfaloni.
TUTTI IN PIAZZA. Dopo aver attraversato, tra due ali di folla, corso de Michetti, corso Cerulli, via Veneto, corso Porta Romana, viale Mazzini e corso San Giorgio, i diecimila alpini si sono fermati in piazza Martiri della Libertà.
Ed è stato un tripudio di gente e bambini in festa con i flash dei fotografi pronti ad immortalare la marea di penne nere presentate sul palco da uno degli speaker ufficiali dell’Ana, Guido Alleva.
Poi tutti in silenzio ad ascoltare le note dell’inno di Mameli suonato dalla fanfara prima dell’ultimo evento clou: il conferimento della cittadinanza onoraria del Comune di Teramo al nono reggimento alpini dell’Aquila.
Nel pomeriggio, con l’ammainabandiera delle ore 18, è sceso il sipario su una tre giorni intensa che Teramo ricorderà a lungo. Peccato per l’accoglienza con i negozi chiusi e bagni chimici che non c’erano.