Sfratto per un agricampeggio che ospita sfollati dei terremoti
Dovranno presto essere portate via 24 casette mobili dove vivono aquilani e persone di Amatrice Uno dei titolari della struttura: «Il proprietario del terreno ha interrotto il contratto di affitto»
ROSETO. Ben 24 case mobili nell'agricampeggio "Mare e Sole" di via degli Acquaviva a Cologna Spiaggia, alcune delle quali ospitano sfollati dei terremoti 2009 e 2016, saranno presto sgomberate. Il proprietario di uno dei tre terreni sui quali è disposto l'intero agricampeggio ha interrotto il contratto d’affitto e rifiutato in oltre un anno e mezzo diverse proposte, da parte dei titolari dell'attività, per acquisire l'area: così da martedì 15, giorno in cui si terrà l'incontro tra le parti in causa, si procederà con lo sfratto dal terreno.
La prima udienza c'era stata nel febbraio 2023 e da lì è iniziata la trattativa, mai andata in porto. A farlo sapere è uno dei titolari di "Mare e Sole", che comprende in sostanza due agricampeggi sotto un'unica insegna, Silvestro Procacci. Quest'ultimo gestisce l’attività assieme alla moglie e l'area da sgomberare è quella che fa riferimento proprio alla moglie di Procacci. «Mercoledì sera abbiamo provato a fare l'ultima offerta per acquisire il terreno», spiega Procacci, «ma il proprietario del terreno ha rifiutato per l'ennesima volta. Mi spiace non tanto per il danno economico alla mia azienda, ma per chi ha la casetta. Ci sono persone arrivate dall'Aquila e da Amatrice che hanno preso la casa mobile qui per il post terremoto. Non saprebbero dove mettere la casetta e ricollocarla sul mercato vale circa dieci volte meno fuori da queste aree. Si creano disagi incredibili». L'attività è estesa su tre terreni: due di proprietà dei coniugi Procacci e l'altra parte concessa in affitto. Il terreno oggetto del contenzioso si trova nel mezzo.
Procacci spiega anche come negli anni passati l'attività abbia dovuto affrontare alcune beghe legali legate al posizionamento delle case mobili. «Alcuni camping hanno sollevato in passato dei dubbi rivolgendosi al Comune», racconta Procacci, «e l’ente all'epoca ci ha detto che non eravamo un campeggio e ci hanno dato l'abuso edilizio, perché quando metti una casa mobile e non sei una struttura adatta a ricevere fai un abuso edilizio». La situazione, stando alle parole di Procacci, è stata risolta e ad oggi l'attività è in regola: «Noi abbiamo dichiarato di essere una struttura adatta a ricevere. Nel 2020 è entrata in vigore una legge chiara: qualsiasi struttura autorizzata può ricevere case mobili e ora siamo in regola». Questa situazione ha permesso però di arrivare a quella attuale: «Su questo terreno avevamo un contratto di otto anni più sei, quindi a lungo termine. Il proprietario è riuscito a interrompere l'affitto andando in Comune dove ha preso gli atti del 2014, le denunce per abuso edilizio».
Ora chi abita nelle 24 case mobili sfrattate chiederà 60 giorni di proroga per poterle portare via prima che lo sgombero sia esecutivo.
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