Tagli all’ospedale, il Pd di Atri è pronto a sospendersi in blocco
Il partito locale in rivolta, D’Alfonso prova a rassicurarlo parlando di potenziamento della pediatria ma Monticelli sbotta: mi sento pugnalato alle spalle. Giovedì consiglio comunale straordinario
ATRI. Il Pd si spacca sulla chiusura del reparto maternità di Atri. Mentre il governatore D’Alfonso lunedì ha cercato di smorzare i toni pubblicando su Facebook un messaggio che lasciava intendere che l’ospedale atriano verrà riorganizzato come centro di eccellenza pediatrico, il circolo Pd di Atri ieri in una nota ha risposto così: «Chiederemo con forza a tutti agli amministratori del comprensorio di impugnare il provvedimento di chiusura del reparto nascita, con tutti gli strumenti che la legge mette a disposizione. Tutto il gruppo dirigente atriano, inoltre, si autosospenderà subito dagli incarichi di partito. Infine, non apriremo alcun seggio per le primarie regionali previste per il primo marzo».
Lunedì sera proprio nella sede del Pd atriano si era svolta una riunione affollatissima e partecipata. Il capogruppo Gianni De Galitiis ha evidenziato: «I fatti sono questi, Luciano D’Alfonso, commissario pro tempore della sanità abruzzese, avrebbe firmato il decreto che ridurrebbe a otto i dodici punti nascita abruzzesi, eliminando quelli di Atri, Ortona, Penne e Sulmona. Alla mobilitazione dei cittadini dei territori interessati, e alle tante firme raccolte dai comitati civici atriani, il governatore ha risposto unicamente con qualche carezza sui volti dei portavoce della protesta. Alle ripetute prese di posizione del Pd locale, accompagnate da puntuali obiezioni tecniche, l’assessore alla sanità Paolucci ha risposto unicamente con una lettera piena di banalità». La nota si conclude: «Non sappiamo ancora con quale tempistica, ma l’ostetricia di Atri sarebbe destinata a chiudere, ignorando il superamento dei 500 parti. Siamo autorizzati a pensare che a breve ci sarà una prossima apertura di un nuovo punto nascita nel Pescarese, magari con l’“aiuto” della sanità privata. Per questo saremo protagonisti di ogni azione di ribellione civile, abbiamo anche deciso alcune azioni di reazione e protesta politica gravi e significative, su cui sono stati chiamati a convergere anche i circoli dei comuni limitrofi».
La protesta del Pd non si ferma solo agli attacchi locali. Il presidente D’Alfonso nel suo messaggio on line di lunedì ha anche riservato una frase diretta a rassicurare il consigliere regionale Luciano Monticelli: «Non rimarrà deluso alla fine del percorso riformatore». Monticelli raggiunto al telefono gli ha risposto a distanza: «Mi trovo pugnalato alle spalle, oramai sapete che sono contrario ai tagli al San Liberatore, non ne voglio più parlare, a breve farò un comunicato ufficiale che chiarisce la mia posizione». Su tema interviene anche Gabriella Liberatore, ex amministratrice atriana, che esprime tutto il suo disappunto sull’argomento: «Non è facile entrare in questo agone di dichiarazioni, smentite, conferme e nuove smentite. Ma, altresì, sbagliato sarebbe il silenzio. Più che la rabbia è l’impotenza oggi a muovere le parole. Impotenza di fronte al precipizio in cui è caduta la credibilità delle istituzioni e degli uomini che le rappresentano».
Il comitato cittadino “Il San Liberatore non si tocca” intanto sta mettendo a punto la macchina organizzatrice per il mega corteo di sabato mattina che partirà alle 9 da piazza Duchi d’Acquaviva. Per giovedì il Comune di Atri ha indetto un consiglio straordinario al quale è stato invitato anche il presidente della Regione.
Domenico Forcella
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