Teramo, è incinta, la salvano dall’emorragia
Rarissimo intervento di “embolizzazione” al cervello al Mazzini. La paziente si sveglia: lei e il bimbo stanno bene
TERAMO. Una donna incinta salvata, insieme al bambino che porta in grembo, da una devastante emorragia cerebrale grazie a un intervento salvavita.
Tutto è iniziato lunedì scorso quando M.R., 40enne madre di quattro figli e in attesa del quinto, si è sentita male mentre era in una farmacia a Martinsicuro. La donna si è accasciata al suolo ed è stata soccorsa dall’ambulanza del 118, che l’ha trasportata all’ospedale di Sant’Omero. Qui i medici le hanno riscontrato una forte cefalea e un aumento della pressione endocranica, sintomi di emorragia cerebrale. Ma essendo al quinto mese di gravidanza, i medici hanno preferito non sottoporla a Tac: l’hanno trasferita all’ospedale di Teramo per farla sottoporre a risonanza magnetica, che ha confermato l’emorragia. L’equipe di neurochirurgia diretta da Danilo Lucantoni ha quindi disposto un’angiotac da cui è emersa la rottura di un aneurisma dell’arteria cerebrale anteriore. M.R. a questo punto è stata portata in emodinamica, dove i radiologi Edoardo Puglielli e Maurizio Fuschi le hanno praticato un'embolizzazione. Poi è stata ricoverata nella rianimazione, il cui responsabile è Emilio Rosa. Martedì mattina, con un recupero che ha stupito gli stessi medici, M.R. si è svegliata, senza alcun deficit. E dall’ecografia è arrivata la conferma: il feto è in perfette condizioni. I rianimatori, in realtà, avevano anche preso contatto con il Gemelli, che dispone di una rianimazione pediatrica, per eventuali emergenze riguardanti il bambino, e qui i colleghi hanno confermato che nemmeno a Roma è stato mai eseguito un intervento del genere. «E’ un esempio virtuoso con cui abbiamo lavorato per processi in maniera orizzontale fra i vari reparti», spiega Pierluigi Orsini, direttore dell’unità di anestesia e rianimazione, «al centro c'è il paziente il quale ha patologie multispecialistiche che implicano l'attività di molti reparti: in questo caso c’è stata condivisione con la neurochirurgia che ha fatto la diagnosi e ha dato indicazione per la radiologia interventista, che ha effettuato la procedura, e infine la rianimazione che ha assistito a tutto il processo e ha gestito il post intervento fino alla fase della coscienza del paziente. Ormai bisogna ampliare l'azione sul paziente a tutti coloro che possono ottimizzare il suo percorso all’interno dell’ospedale».
L’embolizzazione è una procedura che si esegue da tempo al Mazzini, avviata da Vincenzo Di Egidio, ora primario a Pescara. «La particolarità», illustra Fuschi, «è che è stata praticata su una paziente al 5° mese di gravidanza. E’ stata fatta in tempi brevissimi, 15 minuti, per evitare il più possibile l’esposizione ai raggi X e al mezzo di contrasto». I radiologi hanno «posizionato spirali di titanio nell'arteria che stava sanguinando in modo da arrestare l'emorragia: è una tecnica mininvasiva, che si fa per via endovascolare». Di interventi del genere quest’anno al Mazzini ne sono stati eseguiti circa 40.
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