Teramo futura, le proposte: "Il parco ospiti un centro di educazione ambientale"
L’associazione Mountain Wilderness rispolvera un progetto mai realizzato e don Chiarini ricorda: l’idea di orti urbani dati a privati sul Vezzola risale all’81
TERAMO. Il dibattito lanciato dal Centro sul parco fluviale, identificato come luogo identitario della città e come risorsa da valorizzare in modo da essere reso attrattivo anche per i non teramani, ha suscitato l’attenzione del pianeta ambientalista. Dopo l’adesione entusiastica al progetto delle Gadit (guardia ambientali d’Italia) registriamo un intervento più critico dell’associazione Mountain Wilderness, secondo la quale il dibattito «pur rappresentando una buona iniziativa mostra molto bene quanto ci piaccia parlare e poco fare». Così si legge in una nota di Massimo Fraticelli, responsabile Parchi ed Aree protette di Mountain Wilderness Italia, che continua: «Non possiamo non ricordare che tutte le amministrazioni che si sono susseguite negli ultimi quindici anni hanno sempre inserito il "rilancio" del parco fluviale come priorità. Questo è avvenuto ed avviene, purtroppo, in tutta Italia, dove spesso il degrado delle aree fluviali cittadine è dovuto a manifestazioni di inciviltà da parte di cittadini che non esitano a vandalizzare le aree in questione ed a scarsa progettualità delle amministrazioni».
Sui parchi fluviali in Italia Fraticelli sostiene che «tolti alcuni modelli, vere eccezioni, più scendiamo al sud Italia e meno esempi positivi troviamo. Possiamo citare alcune città italiane il cui fiume è parte integrante del tessuto urbano del centro storico e ne è contemporaneamente uno strumento di benessere per i cittadini, attrattiva turistica ed arredo urbano: Padova con il Bacchiglione e le sue diramazioni, Treviso con il Sile, Bassano del Grappa con il caratteristico ponte sul Brenta. Teramo per situazione geografica non è da meno, ma gli sventurati Tordino e Vezzola hanno talmente subito tanti scempi lungo il loro percorso che quando arrivano a Teramo sono molto poveri d'acqua e non troppo limpidi. Quindi come prima cosa sarebbe necessario che l'amministrazione comunale premesse affinchè la Regione finalmente dia alla luce una normativa regionale che garantisca il minimo deflusso vitale ai fiumi abruzzesi, che consenta ai nostri corsi d'acqua, per lo più captati ed inquinati, di riappropriarsi del proprio ecosistema».
Fraticelli ricorda «le decine di dibattiti che la città ha vissuto durante gli anni (credo i migliori come fervore ed interesse e qualità della politica teramana) della grande battaglia contro il Lotto Zero. Gli ambientalisti di allora, insieme al professor Virginio Bettini, Marco Pannella, l'indimenticabile Ernino D'Agostino (solo per citarne alcuni) più volte hanno disegnato una Teramo diversa che sapesse recuperare i suoi fiumi come veri strumenti di benessere e sostenibilità, dove la bicicletta, il mezzo pubblico potessero divenire i mezzi di trasporto principi, insomma una Teramo più sostenibile. L'ascolto e la realizzazione del solo 50% delle idee e progetti di allora avrebbe fatto della nostra Teramo un gioiellino. Ma ciò non è stato…».
E viene alla sua proposta: «Oggi il parco ha necessità di una manutenzione necessaria, una pulizia continua e di una campagna importante per la città per responsabilizzare i cittadini, soprattutto i ragazzi che devono prendere coscienza di come città e fiume siano un bene comune da preservare e rispettare. Per questo mi sento di riproporre un "vecchio" progetto che come associazioni ambientaliste Lipu, Wwf e Legambiente, sul quale lavorò insieme a me il buon Michele Scuderi ( lo ricordo sempre con affetto) vera anima dell'idea. Proponemmo all'allora assessore comunale Ennio Pirocchi la creazione del primo centro di educazione all'ambiente cittadino. L'idea si realizzava con il recupero della struttura, oggi chiusa ed abbandonata, che si trova nei pressi del laghetto (accesso al parco da via Vecchio Mattatoio), anche questo voluto da Scuderi, grande esperto di avifauna. L'attuazione delle buone pratiche ambientali, la buona gestione del parco fluviale lo è, richiedono la massima partecipazione dei singoli cittadini. E' necessario, difatti, che prima di un investimento, siano realizzate attività di sensibilizzazione per le famiglie teramane, le scuole, le attività commerciali, tutti i possibili fruitori, per impedire che un investimento anche minimo sia bruciato da sciocchi vandali. Un Centro di educazione all'ambiente cittadino, realizzato sulla base della normativa della Regione Abruzzo così da ottenere il necessario riconoscimento regionale, può essere ottimo strumento per la programmazione e realizzazione di tutte le attività educative ed informative. La gestione del Cea potrebbe essere affidata, attraverso comodato gratuito, alle associazioni ambientaliste presenti sul territorio, insieme coinvolgendo i professionisti del settore. Non ultimo», conclude Fraticelli, « è necessario inserire nel contratto Team - Comune uno spazio adeguato alla pulizia del parco, una squadra che possa farlo con continuità e mezzi appropriati (carretto con bici) e... senza danni».
DON CHIARINI. La gestione partecipata e collettiva degli spazi del lungofiume, auspicata dal Centro, a quanto pare è un’idea di 35 anni fa. Lo sostiene il parroco teramano don Enzo Chiarini, noto per le missioni in Africa, che ci scrive: «Nel giugno del 1981 l'Esodo, il mensile di San Pietro (la parrocchia di don Enzo, ndr), organizza un convegno, con partecipazione di personaggi internazionali, e come proposta finale del convegno sull'ambiente nel Teramano, indica la possibilità di valorizzare il lungofiume del Vezzola, affidando a pensionati e privati, ad ognuno, un piccolo appezzamento di terreno da valorizzare per coltivare ortaggi e per organizzarvi passatempi salutari,come passeggiate, giochi di bocce, a carte, custodia dei cani e dei bambini e intrattenimenti vari. Dopo una settimana il giornalista Gianfranco Mazzoni, viene con l'operatore del Tg3 e mi intervista circa questa proposta che a lui era apparsa magnifica. Il Comune di Teramo non ha recepito lo spirito e la potenzialità di questa proposta, ha speso miliardi non superando né il degrado né l'inefficienza. Il sindaco attuale vorrebbe impegnarsi per qualcosa di serio, glielo auguriamo con tutto il cuore».
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