Davide Ciaccia con due suoi collaboratori sotto la curva dei tifosi biancorossi

CALCIO SERIE C

Teramo, Ghirelli (Lega pro): "Il club può tornare a Iachini"

Dopo il sequestro preventivo delle quote societarie e il fermo dei fratelli Ciaccia il tribunale di Roma deve nominare un amministratore giudiziario

TERAMO. I tempi (lunghi) dei procedimenti giudiziari confermeranno o smentiranno la sussistenza delle accuse. Ma è evidente che qualsiasi epilogo giudiziario ci sarà, il fermo dei fratelli Mario e Davide Ciaccia si abbatte come uno tsunami sui sogni biancorossi di una città che appena una settimana fa aveva salutato i nuovi patron del Teramo calcio in un’affollata sala consiliare. Con, per tanti tifosi, l’amarezza per quella serie B sfiorata nel 2015 e travolta da un’altra maxi inchiesta.

Da ieri i due imprenditori romani di 51 e 54 anni sono in carcere in esecuzione di un provvedimento di fermo indiziario disposto dalla Procura di Roma nell’ambito di una maxi inchiesta che tocca sei regioni. Le accuse vanno dall’associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato al riciclaggio e autoriciclaggio fino all’indebita compensazione. Ipotesi, quest’ultima, che dovrebbe riguardare il superbonus 110, quello previsto nell’ambito dell’emergenza Covid, e che, sempre secondo l’accusa, in questo contesto sarebbe stato percepito senza i dovuti requisiti. Ipotesi di reato, quelle che la Procura romana mette in capo ai Ciaccia, che riguardano una serie di società che, sempre secondo la Procura, sarebbero riconducibili ai fratelli e che si occupano di edilizia, assistant consulting, investimenti immobiliari e project financing. 

Cosa succede adesso al Teramo? La certezza è che il tribunale di Roma nominerà un amministratore giudiziario delle quote societarie sequestrate. Essendo un sequestro preventivo, le quote non possono essere vendute. L’amministratore potrà partecipare ai consigli di amministrazione e rendicontare al giudice, ma potrà agire solo con atti conservativi delle quote.

C’è però un’attività complessa e onerosa da portare avanti. Il primo problema è dal punto di vista decisionale. Se le persone che i Ciaccia hanno messo a gestire il Teramo, ovvero l’ad Massimo Chierchia e il dg Luigi Coni, non sono stati toccati dall’inchiesta – questo al momento non è possibile affermarlo con certezza – l'operatività degli organi sociali resta in piedi. Ma il vero problema è economico: quanti soldi ci sono in cassa, ovvero che autonomia ha il Teramo? Fino a ieri, se bisognava comprare qualcosa il 60% lo mettevano i Ciaccia e il 40% Iachini. Questo significa che alla lunga c'è il rischio di non riuscire a onorare gli impegni. Ma la presenza di Iachini al 40% da questo punto di vista dovrebbe essere una garanzia. Per quanto disamorato e da tempo intenzionato a mollare, l’ex presidente vive a Teramo e difficilmente si tirerà indietro se necessario.

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C’è di più: da quanto ha dichiarato ieri il presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli, davanti a Iachini resterebbe aperta una porta per riprendersi il Teramo, e non è detto che per lui non sia la soluzione più conveniente visto che, con le quote dei Ciaccia bloccate, rischia di dover pagare trasferte e stipendi senza essere presidente: una sorta di prigione. Ghirelli ieri ha rilasciato una breve dichiarazione attraverso i canali ufficiali della lega: «Seguiamo e monitoriamo le situazioni di Teramo e Pro Patria. Ricordo che le nuove regole per il passaggio di quote superiori al 10% prevede l’ok della Figc su sostenibilità economica e onorabilità. Queste procedure non sono state ancora attivate dai club per cui la situazione è attentamente monitorata».

Dopo la breve nota, Ghirelli ha rilasciato in merito alcune dichiarazioni ai microfoni di TuttoMercatoWeb.com: «Detto che sono preoccupato, com'è normale che sia, di fronte a situazioni come queste e augurando ai diretti interessati che tutto si risolva in virtù dei principi di garanzia, vedo anche un lato positivo. Le nuove norme varate dalla Figc intervengono a salvaguardia delle società. La situazione è chiara: se dovessero essere confermate tali problematiche, al timone tornerebbero i titolari delle precedenti proprietà. Se li ho già sentiti? Assolutamente sì». 
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