Teramo, le dichiarazioni del chimico: «L’acqua è sicura, io la bevo»
Compagnone, docente alla facoltà di Bioscienze, spiega che i controlli sono più che sufficienti e i parametri molto severi
TERAMO. L’acqua di rubinetto si può bere con tranquillità. A dirlo non è una delle parti in causa nell’ultimo incidente, ma un terzo “super partes” con le competenze per essere più che affidabile: è Dario Compagnone, docente di chimica analitica alla facoltà di Bioscienze dell’università di Teramo. «Io vivo a Mosciano e bevo acqua del Ruzzo», esordisce, «ho bevuto l’acqua di un serbatoio che abbiamo a casa solo la sera in cui è stata dichiarata non potabile, perchè non si capiva bene che cosa fosse successo, ma già la mattina dopo abbiamo ripreso a berla. Logicamente non posso non berla». Il docente spiega che ci sono manuali del ministero della Sanità che fissano vari parametri, dai microbiologici alla presenza di minerali. «Ci sono condizioni da rispettare per fare un'analisi. Il campionamento è importante: quanto e come prendi l’acqua alla fonte? E come è la fonte? E’ tutto codificato. In Abruzzo le analisi le fa l’Arta, ma su indicazione della Asl. In sostanza i limiti legislativi ci dicono se l’acqua è potabile, il medico ci dice se è buona, ad esempio se è troppo dura perchè contiene troppo calcio o magnesio.
Dal punto di vista della sicurezza, cioè della tossicità per l’uomo, le analisi che si fanno sono più che sufficienti. I limiti legislativi sono molto sicuri, come per tutti gli alimenti in Italia, l’allerta è impostato su criteri di massima prudenza, tanto che se si sfora di un po' non significa automaticamente che l’acqua sia tossica». Sull’ultima emergenza Compagnone spiega che il campione è stato dichiarato non accettabile per sapore e odore: «sono metodologie oggettive ma non individuano la motivazione. Poi si fa l'analisi e anche il giorno dopo l’acqua può tornare “accettabile”, non c’è niente di strano. Sulle tracce di toluene, è importante rilevarle, ma non significa che l’acqua non è potabile. E' giusto capire quale sia la causa del problema, aumentare il numero delle analisi, capire se c'è qualcosa che inquina, ma è un'azione che si fa parallelamente: l'acqua con quei valori è potabile». Molti teramani, però hanno preso a bere acqua in bottiglia. «Che ha un altro problema: i contenitori. A parte il problema legato alla sostenibilità dell’uso delle plastiche, che ad esempio sono tra le cause di inquinamento dei mari, non dimentichiamo che sono polimeri: possono disperdere contaminanti nell'acqua, se la bottiglia è tenuta all’esposizione dei raggi solari. Tanto che ci sono stringenti normative europee che ci mettono al sicuro». Un accenno ai fake che girano sul web in cui un accendino vicino all’acqua corrente non si spegne: «E’ l’effetto dell’ossigeno. E poi un solvente nell’acqua è quasi impossibile che prenda fuoco: ce ne vorrebbero quantità enormi».
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