sanità

Un malato di cancro: non pago per fare prima gli esami

Si rifiuta di fare la lastra in regime di libera professione e scrive a D'Alfonso. Un altro paziente protesta: il Cup del Mazzini è senza Pos

TERAMO. Prenotazioni e liste di attesa, un nodo da sciogliere alla Asl. Due le proteste di pazienti. La prima arriva da Torano. Un commercialista malato di tumore, Martino Di Emidio, ieri è andato al Cup di Sant’Omero per prenotare una ortopanoramica delle arcate dentarie, prescritta dal reparto di chirurgia maxillo facciale di Parma, con indicazione del codice di esenzione. Il primo appuntamento libero era il 24 febbraio, ma in regime di libera professione era possibile già oggi. Di Emidio è rimasto indignato e ha scritto una nota di protesta a Luciano D’Alfonso, e agli assessore Silvio Paolucci e Dino Pepe.

«L'intra moenia è una gran fregatura, non si può fare la libera professione con i mezzi del pubblico», dichiara Di Martino, «l’esame me l’avrebbe fatto la stessa equipe, ma uno era a pagamento. Non è per il costo: è irrisorio, ma mi chiedo se fosse accaduto a un pensionato al minimo, che avrebbe fatto? E poi è inconcepibile che a Parma ho fatto 7 prestazioni in un giorno e qui ci metto tanto per una lastra. E' un problema di organizzazione e di politica». Il commercialista martedì a Parma si sottoporrà a una ricostruzione della mandibola, quindi non aspetterà febbraio per la radiografia.

L’altro caso riguarda un teramano, Pasquale Valentini, anche lui esente ticket. L’altroieri si è recato il Cup del Mazzini per una serie di esami. «Io sono esente ticket, ma avevo dimenticato il tesserino. Mi dicono che non possono riconoscermi l’esenzione, ma la mia posizione non risulta al computer? Comunque, per non ritornarci, decido di pagare ma alla cassa non accettano il bancomat: non hanno il Pos. Ma come è possibile nel 2015 che non si possa usare la moneta elettronica? Alla fine i 55 euro li avevo nel portafogli e ho potuto pagare». In effetti in ospedale non c’è il Pos, installato al Cup di circonvallazione Ragusa e negli altri tre ospedali.

Valentini segnala anche un disservizio, subìto tempo fa, per le liste di attesa: "Per un’angiotac all’aorta toracica mi hanno dato un appuntamento mesi dopo, ma io non potevo aspettare e sono andato a farmela a Pavia, pagando 400 euro. Mi chiedo che sarebbe successo a chi non si può spostare o non ha i soldi per farlo". (a.f.)