La soddisfazione di alcune vincitrici del concorso

TERAMO

"Un posto fisso dopo anni di precariato"

Le storie dei vincitori del maxi-concorso: chi ha fatto gli esami con il pancione e chi dice addio alla vita da pendolare

TERAMO. Giovani e meno giovani. Ognuno con i suoi anni di precariato sulle spalle, con le trasferte su e giù per l’Italia tra affetti e lavoro, con la vita congelata di chi insegue il futuro tra un concorso e l’altro. Fino a quello della svolta con il posto fisso nell’ospedale della propria città, con le foto sui giornali a raccontare «che alla fine i sacrifici pagano». Perché sono le vite a fare la cronaca di quelle 140 assunzioni, tra infermieri e operatori socio sanitari (oss), diventate realtà negli ospedali teramani dopo il maxi-concorso bandito dalla Asl. E questo nel Paese in cui, appena qualche mese fa, l’Ocse ha suonato il campanello d’allarme proprio sulla carenza di infermieri.

Valentina Nallira
LA PRIMA CLASSIFICATA. Il volto di Valentina Nallira, 32enne teramana e prima classificata, è quello che nel giorno dei flash e delle tv ha rappresentato tutti i nuovi assunti. «In realtà», dice, «sono arrivata seconda, ma la prima ha rinunciato e allora sono diventata io la prima». Perché come spesso accadde sono le coincidenze della vita a scandire le cose importanti. Valentina nel 2009 si è laureata in scienze infermieristiche e poi dieci anni tra precariato e concorsi. Prima di quello di Teramo, ha partecipato a quelli banditi negli anni scorsi a Bologna e poi ad Ancona vincendoli entrambi. Sempre con il miraggio di tornare nella sua provincia. «Prima ho lavorato a Bologna e poi all’ospedale Torrette di Ancona come infermiera di sala operatoria», racconta, «ma sempre con la volontà di tornare nella mia città. E così è stato. Certo non è stato assolutamente facile lavorare e nello stesso prepararsi per il concorso, ma i tanti sacrifici alla fine hanno premiato. Ed è questo il messaggio che mi sento di lanciare: i risultati ripagano sempre dei tanti sacrifici, ma l’impegno è fondamentale».

Cristina Marcozzi e Antonio Di Francesco

LA MAMMA. E di sacrifici ne sa qualcosa Cristina Marcozzi, 30 anni, teramana, mamma di due bambini. La più piccola è nata due settimane fa, il più grande ha sei anni. Quando ha fatto gli esami orali aveva il pancione. «Inutile nascondere che la fatica non è mancata», dice, «ma sono contentissima per il risultato perché sicuramente, con due bambini, non è stato facile«. Due bambini e un lavoro visto che Cristina, dopo la laurea e prima di vincere il concorso della Asl, è stata infermiera nella casa di riposo De Benedictis di Teramo. «Un’esperienza di lavoro e di vita molto importante», dice, «che sicuramente porterò per sempre nel mio bagaglio formativo».

Barbara De Carolis e Matteo Fagnani

I PIÙ GIOVANI. Barbara De Carolis ha 25 anni ed è una delle più giovani vincitrici del concorso indetto dalla Asl. Teramana, una laurea in scienze infermieristiche conseguita all’Aquila nel 2015 e poi tre anni di esperienze tra studi medici e assistenza domiciliare. «Dire che sono contenta è dire poco», racconta, «prima di fare il concorso alla Asl di Teramo ne ho fatto anche altri. Sono andata fino a Trieste inseguendo il sogno di fare l’infermiera e sono in graduatoria a Bologna, ma è chiaro che resterò a Teramo perché lavorare nell’ospedale della mia città è una grande soddisfazione. In questi anni, oltre a frequentare dei master, ho lavorato in alcuni studi medici e poi sono stata occupata in una cooperativa che si occupa dell’assistenza domiciliare integrata. Esperienze sicuramente formative e, soprattutto la seconda, importante per quello che è l’approccio con i pazienti. Il messaggio ai giovani come me? Di non arrendersi, di andare avanti, di prepararsi con grande professionalità perché prima o poi i risultati arrivano. Certo i sacrifici ci sono, ma alla fine vengono ripagati».
I PADRI DI FAMIGLIA. Giovani e meno giovani. Come il 34enne Matteo Fagnani che dopo sette anni da infermiere a Rimini e uno ad Ancona può restare a Teramo. Con la moglie (anche lei infermiera) e con la loro bambina di due anni. Fino ad oggi aveva un contratto a termine con la Asl e il concorso vinto nella sua città è il sogno che si realizza. «Dopo otto anni fuori volevo tornare a casa e finalmente il sogno è diventato realtà. Inutile dire che sono contento». E tocca il cielo con un dito Antonio Di Francesco, 44 anni, teramano. Dopo la laurea ha lavorato in Lombardia, in Umbria, nelle Marche, sempre come infermiere. Poi, per riavvicinarsi alla famiglia, qualche anno fa ha partecipato al concorso per oss a Teramo e lo ha vinto. Quando la Asl ha bandito quello da infermiere non ci ha pensato due volte e il risultato è arrivato. «La soddisfazione è tanta», dice, «anche perché il risultato ripaga di tanti anni di sacrifici fatti su e giù per l’Italia».
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