abruzzo

Area marina protetta per fermare le trivelle

La strategia portata avanti dalla Regione sui tavoli nazionali per la Costa dei Trabocchi. Il Coordinamento: «I nostri parlamentari minaccino il Pd»

PESCARA. «Sono stati fatti alcuni passi in avanti, ma rispetto ai 60mila manifestanti di Lanciano e i 40mila di Pescara registriamo ancora troppa timidezza politica di fronte al governo Renzi»: il coordinamento “No Ombrina” esce parzialmente soddisfatto dall’incontro con il governatore Luciano D’Alfonso sulla deriva petrolifera che il decreto sSblocca Italia impone all’Abruzzo e più in generale all’Adriatico. Ambientalisti, semplici cittadini e rappresentanti del Comitato hanno riempito la sala blu della Regione in viale Bovio, presenti anche il vicepresidente Giovanni Lolli, l'assessore Mario Mazzocca e il consigliere Luciano Monticelli.

Questa la strategia dalla Regione: costituzione di un gruppo di lavoro aperto ad associazioni e comitati per affrontare nei dettagli le questioni amministrative e tecniche; prosecuzione dell'attività di opposizione anche in sede di giustizia amministrativa e costituzionale rispetto ai provvedimenti governativi; apertura di un confronto con il ministero dell'Ambiente ed il Parlamento per valutare l'opportunità di istituire un'area marina protetta davanti alla Costa dei trabocchi; interlocuzione con soggetti istituzionali-amministrativi nazionali per contrapporre dati ed informazioni tecniche a quelle dei propugnatori della linea “fossile”; un incontro con i presidenti delle altre Regioni costiere per stabilire una linea comune.

«Non ci sono state risposte soddisfacenti in merito alla fase conflittuale con il governo Renzi», commentano al Comitato, che aveva ad esempio proposto, una manifestazione delle istituzioni adriatiche a Roma, chiesto di minacciare la sospensione dal Pd, e sollecitato i parlamentari di maggioranza eletti nelle regioni adriatiche ad opporsi alle politiche governative. «Sui primi due punti D'Alfonso ha sorvolato mentre sulla posizione dei parlamentari abruzzesi ha detto che rimanderà la risposta ad ulteriori incontri». Il Comitato si chiede a questo punto se serve una nuova manifestazione per sollcitare i parlamentari abruzzesi e delle altre regioni costiere a prendere posizione.

«Come Regione», ha sottolineatoD’Alfonso, «siamo stati i primi ad adire la Corte Costituzionale e la magistratura per far valere le ragioni del no alla ricerca di idrocarburi, mentre altre realtà cercavano la linea della trattativa». E ha ricordato di come, quando era sindaco di Pescara, fece comprare al Comune un terreno vicino a Ortona per evitare che fosse costruito il Centro Oli.(cr.re.)