ECONOMIA
Bankitalia: in Abruzzo crescita più lenta e timori per lo schock energetico, -23,3% dell'automotive
Nel rapporto sui primi sei mesi dell'anno prosegue il recupero dell'attività produttiva, sia pure con un tasso di crescita più basso rispetto a quello nazionale. Il settore più in crescita è il Turismo (+22%)
L'AQUILA. Secondo l’indicatore trimestrale dell’economia regionale (ITER) elaborato dalla Banca d’Italia, nel primo semestre del 2022 in Abruzzo è proseguito il recupero dell’attività produttiva. Nella media del periodo il prodotto è stimato in crescita di circa il 5,3%, una dinamica lievemente inferiore alla media nazionale (5,7%), che ha riflesso l’indebolimento registrato nel secondo trimestre.
Dal sondaggio della Banca d’Italia realizzato tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre su un campione di imprese manifatturiere abruzzesi è emersa una crescita del fatturato nei primi nove mesi dell’anno, meno diffusa tra le piccole imprese e quelle orientate prevalentemente sul mercato domestico. Vi ha contribuito anche l’aumento dei prezzi di vendita praticato dalle imprese in risposta al forte rincaro delle materie prime, in particolare di quelle energetiche. L’espansione è stata molto più contenuta in termini di ore lavorate. Le difficoltà di approvvigionamento di input produttivi, emerse lo scorso anno e peggiorate nel 2022, hanno continuato a rallentare l’attività di alcuni comparti particolarmente rilevanti per l’economia regionale, come quello dell’automotive.
Le vendite all’estero delle imprese della regione (-0,8% nel semestre rispetto allo stesso periodo del 2021; +22,5% in Italia e +32,4% nel Mezzogiorno) hanno nel complesso risentito dell’andamento fortemente negativo del settore dei mezzi di trasporto (-25,1%), sebbene siano mediamente cresciute negli altri comparti (+24,4%), in particolare in quello chimico-farmaceutico, della gomma e della metallurgia.
Le previsioni formulate dagli imprenditori per i prossimi mesi prefigurano un deterioramento delle prospettive di ripresa, in connessione con il calo del clima di fiducia e l’incertezza sull’evoluzione delle tensioni geopolitiche internazionali. La maggior parte delle aziende intervistate avrebbe rispettato i programmi di investimento formulati per il 2022, che si orientavano verso una ripresa della spesa; per il prossimo anno le previsioni indicherebbero una fase di sostanziale stagnazione del processo di accumulazione del capitale.
Il settore delle costruzioni ha continuato a beneficiare degli incentivi per la riqualificazione del patrimonio edilizio (+20% circa l’aumento delle ore lavorate nel semestre); le transazioni immobiliari sono ulteriormente cresciute, sia nel comparto delle abitazioni (+20,8%) sia in quello non residenziale.
Nel terziario è proseguita la ripresa dei livelli di attività, in concomitanza con il miglioramento del quadro epidemiologico e la progressiva eliminazione delle misure di contrasto alla pandemia.
Il commercio sarebbe stato sostenuto dalla crescita dei consumi delle famiglie, che per l’intero 2022 sono però previsti in rallentamento a causa dell’aumento dell’inflazione e del peggioramento del clima di fiducia.Nel comparto delle autovetture, le immatricolazioni continuano a risentire fortemente dei rallentamenti produttivi determinati dalle tensioni lungo le catene di fornitura (-23,3% nei primi 9 mesi dell’anno).
BOOM DEL TURISMO - Le presenze turistiche in regione sono significativamente aumentate rispetto allo scorso anno (+22% circa nel periodo gennaio-settembre), anche grazie alla marcata ripresa dei flussi di visitatori stranieri che si sono portati ampiamente al di sopra dei valori del 2019; ne ha beneficiato anche l’attività dello scalo aeroportuale d’Abruzzo, il cui volume di transiti ha recuperato i livelli precedenti la pandemia.
La redditività delle imprese è lievemente aumentata rispetto all’anno precedente; in prospettiva gli utili aziendali potrebbero tuttavia risentire della contrazione dei margini di profitto e dei rallentamenti dei ritmi di produzione. La liquidità è lievemente diminuita, pur mantenendosi su valori storicamente elevati.
Nella prima parte dell’anno è proseguito il miglioramento del quadro occupazionale in regione (+2,5% il numero di occupati nella media del semestre), anche grazie alla crescita dei livelli di attività produttiva. La partecipazione al mercato del lavoro è aumentata (tasso di attività dal 61,9% al 65,0%), in particolare quella femminile. Nei primi otto mesi dell’anno la creazione di nuove posizioni lavorative alle dipendenze ha interessato prevalentemente le forme contrattuali a tempo determinato e il settore dei servizi, in particolare quello del turismo; si è al contempo registrata una ripresa delle attivazioni nette a tempo indeterminato. Nel corso dei mesi estivi la dinamica dell’occupazione dipendente ha tuttavia cominciato a indebolirsi rispetto ai ritmi dello scorso anno, pur mantenendosi al di sopra dei livelli del 2019.
La crescita dei prestiti ai residenti in regione si è rafforzata (+2,6% a giugno da 1,1% di dicembre) per effetto dell’accelerazione dei finanziamenti alle famiglie e alle imprese medio-grandi; dopo la forte espansione registrata nel 2020 e nei primi mesi del 2021, i prestiti alle piccole imprese hanno cominciato a contrarsi. I tassi sui prestiti a medio e a lungo termine concessi alle imprese e alle famiglie sono lievemente aumentati. La progressiva rimozione delle misure di sostegno al credito introdotte con la pandemia non ha finora comportato ripercussioni sulla qualità degli affidamenti; il tasso di deterioramento dei prestiti permane su valori contenuti sia per le imprese (1,7% a giugno) sia per le famiglie (0,9%). Si è anche ridotta la quota di finanziamenti per i quali le banche registrano un incremento significativo del rischio di credito dal momento dell’erogazione. La crescita dei depositi bancari si è ulteriormente attenuata rispetto agli elevati livelli osservati durante la pandemia (dal 5,1% di dicembre al 2,3% di giugno), in particolare per le imprese (dal 10,9% al 5,0%).