La riunione sul bilancio di Cantina Frentana nella Torre vinaria

VINO

Cantina Frentana: bilancio, strategia e Montepulciano: "Battaglia persa"

La consueta riunione di fine anno, il direttore Di Biase: "Servono risposte unitarie contro le concentrazioni di gruppi industriali". E sul "rosso" l'enologo Di Pasquale: "L'Abruzzo perderà la sua identità con il vitigno"

ROCCA SAN GIOVANNI. “Nel mondo vitivinicolo assistiamo da un lato a concentrazioni in atto da parte di gruppi industriali sempre più grandi che, spesso, agiscono sotto la regia di fondi di investimento; dall’altro ad una polverizzazione della base produttiva cooperativistica. Questi nuovi gruppi industriali hanno in sé capacità di acquisto tali da poter condizionare il futuro mercato del vino abruzzese e se non diamo risposte unitarie e forti, rischiamo nel tempo di non poter più competere”. E’ lo scenario che disegna a fine anno Cantina Frentana in un momento storico difficile che ha fatto registrare la produzione di vino mondiale più bassa degli ultimi nove anni. Ed ecco allora che l’azienda cooperativa (oltre 500 soci) di Rocca San Giovanni - fondata nel 1958, ma pienamente operativa nel 1961 – indica una strada da perseguire.

Lo fa in occasione della consueta riunione di bilancio di fine anno in uno scenario tutt’altro che grigio, quello fantastico che si scorge dalla Torre vinaria alta 25 metri e da dove si esaltano i mille colori della Costa dei trabocchi e della Maiella. Da qui il direttore Felice Di Biase analizza le stime economiche. E davanti alla concentrazione dei più grandi invita a riflettere: “Oggi sono tante le cooperative del vino diventate capaci di esprimere prodotti di buona qualità da consumo quotidiano ma anche assolute eccellenze. Quindi fra le strategie da mettere in campo c’è da perseguire un’azione unitaria e coordinata sul fronte della sostenibilità e del lavoro di squadra per far conoscere vini e territorio e guardando ai mercati esteri”.

Al centro Felice di Biase a secondo da sinistra il presidente Carlo Romanelli

La via è della qualità e del giusto prezzo. Una filosofia che Cantina Frentana  ne ha fatto un paradigma e cui quest’anno è riuscita ad aggiungere – con il 100% energia prodotta da fonti rinnovabili - la sostenibilità certificata Equalitas su tutti i livelli della filiera del vino, per arrivare al prodotto e all’attenzione per il territorio. Inoltre si è dotata di un codice etico che impegna l’azienda a perseguire principi quali il rispetto per la persona, la trasparenza, l’identità delle produzioni, il legame con il territorio di appartenenza. “La certificazione di sostenibilità”, spiega il presidente Carlo Romanelli, “riassume un progetto integrato che si basa su tre pilastri: quello sociale, quello ambientale e quello economico, ben coscienti che lo standard raggiunto va mantenuto ed accresciuto. Sostenibilità per noi è un valore che si applica ogni giorno e che nel nostro caso, di cantina cooperativa, coinvolge centinaia e centinaia di attori della filiera”.

Un anno non semplice in cui Cantina Frentana è riuscita comunque a togliersi soddisfazioni: nonostante le preoccupazioni per la riduzione del raccolto 2023, i ricavi dell’imbottigliato hanno registrato +8%, con un bilancio passato da 4.033.354 euro a 4.344.995 (+ 803.816 euro); la liquidazione totale della vendemmia 2022 ammonta ad 8.347.113 euro, la seconda cifra in assoluto più alta elargita da Cantina Frentana negli ultimi venti anni, con una diminuzione del 15% che passa da 43,57 euro a 37,16 euro a quintale. I conferimenti nel 2022 rispetto al 2021 sono pressoché stabili (+1%) con oltre i 224mila quintali di uve conferite; sono stati imbottigliati, nel bilancio 2022/2023, circa 15.971ettolitri di vino a marchio pari a 1.001.973 bottiglie e 149.723 bag in box.

Qual è stata allora, in questo caso, la strategia? “Ad esempio”, risponde Di Biase, “abbiamo cercato di fronteggiare sin da subito il calo del raccolto con l’ottimizzazione dei costi di trasferimento e produzione dunque attraverso l’utilizzo, per la vendemmia da poco conclusa, di un unico stabilimento produttivo”.

Alla riunione hanno preso parte il consulente e agronomo Maurizio Gily e Fabio Piccoli, giornalista di economia e marketing del settore vitivinicolo e direttore del magazine Wine Meridian. E’ stato ricordato il progetto, giunto alla settima edizione “Le stelle della cooperazione”, incontri dedicati alla formazione interna grazie al coinvolgimento di protagonisti del mondo enologico; presentati anche il bilancio sociale e il nuovo numero del magazine “La Torre Frentana”, curato da Silvino D’Ercole e Maurizio Gily.

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Ma è stato il direttore tecnico, l’enologo Gianni Pasquale (presidente Assoenologi Abruzzo-Molise), che dopo aver tracciato un bilancio dell’ultima vendemmia, ha voluto rispondere alla domanda sul caso Montepulciano, cioè alla riunione dal ministro a cui partecipano 5 regioni (Lazio, Puglia, Molise, Marche e Umbria e non l’Abruzzo) e nella quale può essere deciso il futuro del “rosso”: “Purtroppo per me è una battaglia persa, l’Abruzzo perderà la sua identità con il vitigno, nel senso che le altre regioni potranno scrivere sull’etichetta il loro nome”. Addio Montepulciano, d’Abruzzo. (a.mo.)

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