Contagio coronavirus, il lunedì di "attenzione" dell'Abruzzo

Riunione tra governatore, Asl e assessore Verì alla vigilia della riapertura delle grandi fabbriche. I sindaci della Val Fino chiedono maggiori restrizioni: Marsilio ci pensa, intanto si punta sui controlli

PESCARA. L'Abruzzo fa il punto della situazione sulla diffusione del contagio. Lo fa in una videconferenza tra il governatore Marco Marsilio, l'assessore alla Salute Nicoletta Verì ed i quattro direttori generali delle Asl nel corso della quale è stata effettuata una valutazione sui numeri del Covid19 alla luce anche delle quattro vittime registrate fino ad ora.

Il governatore  sta valutando se adottare provvedimenti più stringenti di contenimento. Al momento si punta su maggiori controlli in strada e sul senso di responsabilità dei cittadini.

Anche perché per avere una valutazione più completa si aspetta l'apertura della Sevel (la più grande fabbrica d'Abruzzo), e quindi delle fabbriche dell'indotto, in tutta la Val di Sangro.

Nel corso della riunione è stata presa in esame la situazione segnalata dai sindaci della Val Fino (Asl di Teramo e in parte di Pescara) dove sono stati registrati undici casi positivi su poche migliaia di abitanti. I sindaci di Castiglione Messer Raimondo, Vincenzo D'Ercole, di Elice, Gianfranco De Massis, di Arsita, Katiuscia Cacciatore, di Bisenti, Enzino De Febis, di Montefino, Ernesto Piccari, e di Castilenti, Alberto Giuliani hanno chiesto l'adozione di misure di contenimento più rigide: di  mettere in quarantena la popolazione e di vietare l'entrata e l'uscita dai territori. Hanno sollecitato in particolare a Marsilio un'ordinanza simile a quella con la quale il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, ha blindato il comune di Ariano Irpino. Questo poiché hanno definito anomale le cifre del contagio nei loro comuni.

I sindaci hanno inoltre fatto presente che undici contagiati sono sintomatici e ricoverati e di non avere notizie di casi positivi ma asintomatici e di temere che "siano molti di più dei pazienti in ospedale".

Una considerazione è tuttavia stata fatta a latere della riunione: il fatto che aver diffuso queste preoccupazioni per la Val Fino possa innescare un fuggi-fuggi generale prima di un eventuale provvedimento di chiusura generale e rischiare quindi l'allargamento delle possibilità di contagio. (a.mo.)