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Coronavirus: la situazione in Abruzzo, Marsilio: tempi di guerra e peste del secolo / VIDEO
Il governatore tira le somme di questi primi nove giorni alla luce anche del provvedimento che istituisce le zone rosse: "E' bene che la gente sappia la verità, mancano i ventilatori". Albani (Unità di crisi): "Se i casi aumentano ci sarà un momento in cui non potremo garantire l'assistenza a tutti i pazienti"
PRESIDENTE. Il presidente della giunta regionale Marco Marsilio fa il punto della situazione sull'emergenza sanitaria in Abruzzo. Lo fa in una conferenza stampa convocata nella sala consiliare del Comune di Pescara che per l'occasione è stata blindata dai controlli sulla prevenzione. Marsilio parla al microfono con la mascherina, dietro di lui l'interprete per i sordomuti. Anche i giornalisti sono stati fatti entrare solo se muniti dimascherina e disposti ad almeno due metri l'uno dall'altro.
"I dati e i numeri, nonostante l’Italia sia bloccata, dimostrano che la curva dei contagi cresce ancora e crescerà ancora", esordisce Marsilio, "è bene che la gente sappia la verità e si attrezzi di conseguenza. Bisogna stare in casa. Se le misure in vigore non saranno rispettate non avremo solo conseguenze sanitarie, ma le autorità, me compreso, dovranno introdurre nuove restrizioni ancora più rigide”.
Il governatore parla di “tempi di guerra” e “peste del secolo”. E rivolge un “profondo ringraziamento al personale sanitario”.
LA SITUAZIONE SANITARIA. "Ci restano pochi giorni, se non poche ore, di respiro prima che finiscano i ventilatori e quindi la possibilità di assistere persone in terapia intensiva", dice Marsilio, "di idee ne vengono tante, padiglioni, ex caserme. I posti letto non mancano. Quello che manca davvero sono i ventilatori, i monitor e il personale. Abbiamo dovuto dire no alla richiesta del governo di mandare qualche medico in Lombardia perché non siamo in condizioni".
Rivolto un appello agli abruzzesi nel mondo sia per inviare medici che vogliono lavorare in Italia sia per reperire macchinari.
I NUMERI. «Al momento in Abruzzo ci sono 347 casi positivi (263 secondo la Regione al 18 marzo n.d.r.), 70 in più in una sola notte. Maglia nera alla Asl di Pescara, dove sono 170 i pazienti ospedalizzati, di cui 24 a Penne (Pescara). Ventiquattro le persone intubate. Il 64% del totale regionale dei pazienti ricoverati pesa sulla Asl di Pescara, un trend che ci aspettavamo». Cosi il referente regionale per le maxi emergenze, Alberto Albani, a capo dell'unità di crisi della Regione, i nel corso della conferenza stampa. «La situazione - aggiunge - è estremamente pesante e nei prossimi giorni non ci sarà un calo, ma un aumento di positività. Non nascondo la mia preoccupazione. Se la curva continua ad aumentare ci sarà un momento in cui non potremo garantire l'assistenza a tutti i pazienti».
PRODUZIONE DI MATERIALI DPI. Il governatore è affiancato, fra gli altri, dall'assessore alla Salute, Nicoletta Verì, da quello alle Attività produttive, Mauro Febbo, da quello al Lavoro, Piero Fioretti, e dal sottosegretario alla presidenza della Giunta, Umberto D'Annuntiis.
Marsilio, ricordando che i Dispositivi di protezione individuale (Dpi) scarseggiano in tutto il mondo, così come i ventilatori, speiga che Febbo sta "lavorando sull'industria locale per riconvertire le nostre aziende". "Qui a pescara, ad esempio - afferma - c'è la Fater. Abbiamo una potenzialità enorme. Ho già scritto al commissario straordinario Domenico Arcuri. Le aziende ora stanno valutando i tempi".
ZONE ROSSE. "Spero che il Governo non voglia contrastare la nostra decisione sulle zone rosse. Spero che consideri sufficientemente fondata l'ordinanza per non contrastarla. Se il governo dà disposizioni di un certo tipo ai Prefetti, infatti, l'ordinanza rischia di essere più un atto morale che qualcosa di concreto. Al momento, comunque, non ho avuto indicazioni contrarie". Così il governatore a proposito della zona rossa istituita ieri, con apposita ordinanza, nei comuni di Castiglione Messer Raimondo, Castilenti, Montefino, Bisenti e Arsita, nel Teramano, ed Elice, nel Pescarese.
"Spero che questo provvedimento possa aiutare quella zona dove c'era un focolaio di incerta origine, che poteva gravare anche su Pescara e Montesilvano (Pescara), particolarmente colpite", conclude, sottolineando che ad essere interessata dall'epidemia è "soprattutto Pescara nel suo ospedale".