DUE VESCOVI TRA LE MACERIE
C’è un berlusconiano che rischia di perdere il seggio in questo Paese di inamovibili. Non accade in Parlamento. Bensì negli ovattati e solenni uffici della segreteria di Stato vaticana. Sì, traballa il seggio di monsignor Giuseppe Molinari, vescovo dell’Aquila terremotata, da sempre uno dei prelati più in sintonia con la politica dell’attuale governo. Anche prima del 6 aprile. Un vescovo schierato, l’unico in Abruzzo che con enfasi ha ricevuto Silvio Berlusconi nel corso della campagna elettorale di un anno fa, quella scaturita dall’arresto di Ottaviano Del Turco. La Santa Sede ha annunciato l’arrivo all’Aquila di un vescovo ausiliare, Giovanni D’Ercole. Affiancherà il provato Molinari nella lunga e ardua fase della ricostruzione. S’è scatenato il putiferio. Nella diocesi aquilana come negli altri palazzi che contano.
Si è scritto di commissariamento della curia, mutuando un linguaggio tipico della politica usato per raccontare quando i dirigenti locali di un partito vengono esautorati. Nelle cose di chiesa è tutto più complesso e meno lineare. Ne diamo conto nelle pagine seguenti del giornale con ampi servizi e con una intervista allo stesso monsignor Molinari del nostro Enrico Nardecchia. Certo è che il nuovo vescovo ausiliare avrà molto da fare. E’ anch’egli un berlusconiano come ha scritto venerdì l’Unità, il giornale vicino al Pd? E se anche lo fosse, un pastore di anime fa voti, non cerca voti. Una cosa è certa: è volto noto della tv, conduce un importante programma su Raidue.
Un comunicatore, insomma. Capace di padroneggiare teologia e audience. Il nuovo vescovo giunge in un territorio carico di amarezza e disillusioni. Ha funzionato finora solo il meccanismo messo su dalla Protezione civile che ha gestito in modo straordinario l’emergenza, come ha riconosciuto il New York Times. I nuovi alloggi sono in via di completamento. A fine anno Guido Bertolaso lascia non solo L’Aquila ma il suo incarico. Il suo annuncio è stato accolto con malcelata soddisfazione da un silenzio bipartisan. Quasi non si vedesse l’ora tra i politici abruzzesi che si facesse da parte. Ancora una notizia, davvero sconfortante, riguarda il fallimento della campagna di adozione internazionale delle chiese e dei monumenti. Le promesse del G8 sono svanite. Restano solo gli impegni di Francia, Germania, Russia e Kazakistan.
L’America di Obama s’è scordata degli impegni di luglio insieme ad un’altra quarantina di paesi ospiti. Ci restano solo foto ricordo. Questa, dunque, è la città che accoglie il nuovo vescovo. Augurandoci che venga con l’intento di sapere. Non di sopire.
Si è scritto di commissariamento della curia, mutuando un linguaggio tipico della politica usato per raccontare quando i dirigenti locali di un partito vengono esautorati. Nelle cose di chiesa è tutto più complesso e meno lineare. Ne diamo conto nelle pagine seguenti del giornale con ampi servizi e con una intervista allo stesso monsignor Molinari del nostro Enrico Nardecchia. Certo è che il nuovo vescovo ausiliare avrà molto da fare. E’ anch’egli un berlusconiano come ha scritto venerdì l’Unità, il giornale vicino al Pd? E se anche lo fosse, un pastore di anime fa voti, non cerca voti. Una cosa è certa: è volto noto della tv, conduce un importante programma su Raidue.
Un comunicatore, insomma. Capace di padroneggiare teologia e audience. Il nuovo vescovo giunge in un territorio carico di amarezza e disillusioni. Ha funzionato finora solo il meccanismo messo su dalla Protezione civile che ha gestito in modo straordinario l’emergenza, come ha riconosciuto il New York Times. I nuovi alloggi sono in via di completamento. A fine anno Guido Bertolaso lascia non solo L’Aquila ma il suo incarico. Il suo annuncio è stato accolto con malcelata soddisfazione da un silenzio bipartisan. Quasi non si vedesse l’ora tra i politici abruzzesi che si facesse da parte. Ancora una notizia, davvero sconfortante, riguarda il fallimento della campagna di adozione internazionale delle chiese e dei monumenti. Le promesse del G8 sono svanite. Restano solo gli impegni di Francia, Germania, Russia e Kazakistan.
L’America di Obama s’è scordata degli impegni di luglio insieme ad un’altra quarantina di paesi ospiti. Ci restano solo foto ricordo. Questa, dunque, è la città che accoglie il nuovo vescovo. Augurandoci che venga con l’intento di sapere. Non di sopire.