PESCARA
Il palazzo della Regione a rischio di sgombero
L’immobile non ha i requisiti di staticità richiesti dalle normative. Dirigente lancia l’allarme al direttore Bernardini, domani vertice in viale Bovio
PESCARA. E’ da chiudere e sgomberare l’edificio della Regione di viale Bovio. Non avrebbe i requisiti di staticità idonei, relativi alle vigenti normative sulla sicurezza. Per adeguare l’edificio alle nuove norme occorrerebbero oltre 3 milioni di euro. L’allarme viene lanciato da Eliana Marcantonio, dirigente del Dipartimento risorse e organizzazione , in un documento inviato al direttore dello stesso Dipartimento, Fabrizio Bernardini, in carica dal 28 aprile 2017.
Domani alle 16 si terrà un incontro alla Regione per discutere la questione.
L’immobile fu «costruito tra gli Anni Settanta e Ottanta e progettato come civile abitazione»: così si legge nello studio di valutazione sulla sicurezza sismica risalente agli anni 2008-2009, commissionato dalla Regione e riguardante la sola sede di viale Bovio. La struttura, in seguito, fu trasformata a uso ufficio.
Sulla base di questo studio, e altri due aggiornati a quattro anni fa e pochi mesi fa, secondo la Marcantonio, la progettazione «di travi e pilastri risulta effettuata per carichi inferiori» e dunque ci sarebbero «rischi concreti per la sicurezza e l’incolumità dei dipendenti». Quindi, il palazzo di viale Bovio, dovrebbe essere «sgomberato al più presto» e i 70 dipendenti trasferiti altrove. Dove? E’ una delle sei domande, rivolte alla funzionaria, in lungo carteggio intercorso tra i due dipendenti regionali tra l’11 e il 19 aprile scorsi. Bernardini chiede alla Marcantonio di spiegare nel dettaglio «quali siano i problemi di sicurezza e idoneità; quali siano i rischi concreti a cui sono esposti i dipendenti, quali gli interventi da realizzare e lo stato di progettazione degli stessi: quale sia la spesa necessaria per gli interventi; quali le possibilità di dismissione degli immobili e quali le alternative e quanti uffici siano collocati negli altri immobili e quanti dipendenti vi operano».
Oltre a viale Bovio, su cui si concentra l’attenzione della funzionaria, altri uffici della Regione sparsi in città si trovano in via Conte di Ruvo, due in via Catullo, piazza Unione, via Passolanciano, corso Vittorio e via Raffaello, edificio chiuso da più di un anno. In queste sedi operano 500 dipendenti.
La funzionaria, nel documento inviato a Bernardini, indicherebbe come sedi di trasferimento degli uffici di viale Bovio «via Catullo, via Passolanciano e piazza Unione, oltre a due piani della Camera di Commercio in via Conte di Ruvo da affittare a 65 mila euro l'anno».
Nella lettera, datata 19 aprile 2018 , inviata al direttore del Dipartimento, la Marcantonio propone anche «la ristrutturazione e adeguamento della sede di via Raffaello e della sede di viale Bovio, attraverso aggiornamenti e revisione dei relativi progetti già a suo tempo predisposti».
Al momento non risultano esserci ordini ufficiali di sgombero del palazzo di viale Bovio. Qualora si ravvisassero provvedimenti in tal senso riferite anche ad altre sedi regionali sparse in città, (le spese di trasloco ammonterebbero a 20mila euro), e quindi si riscontrasse la mancanza di requisiti di sicurezza anche negli altri uffici, dove dovrebbero essere trasferiti i dipendenti?
Forse verrebbe scelta, come scrive la stessa funzionaria nella nota protocollata Rao 114558/18, una «sede unica per gli uffici regionali ubicati nella città di Pescara». In questo caso, secondo Bernardini, dovrebbe essere ascoltato anche il parere del Comune.
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