Juve ricattata, arrestati capi ultrà. A Pescara e L'Aquila indagati due rivenditori di biglietti
L'inchiesta di Torino tocca l'Abruzzo con perquisizioni nelle ricevitorie abilitate alla vendita dei ticket delle partite bianconere. Le intercettazioni: "O ci date i biglietti o cantiamo cori razzisti allo stadio"
TORINO. Due titolari di agenzie e negozi di Pescara e L'Aquila, abilitati alla vendita dei tagliandi delle partite della Juventus, sono finiti nell'inchiesta per estorsioni e violenze sui capi ukltrà della juventsu che ha portato a 12 arresti e decine di perquisizioni in tutta Italia. A Pescara e L'Aquila la polizia ha perquisito i due esercizi commerciali, e i titolari sarebbero indagati in concorso con l'attività definita "una precisa strategia estorsiva" dalla procura di Torino nei confronti della Juventus.
In sostanza, la decisione della società bianconera al termine del campionato 2017-18 di togliere una serie di privilegi ai gruppi ultrà, ha scatenato la reazione dei leader storici delle varie sigle, che si sono dati da fare con ogni mezzo per riavere quei vantaggi che gli erano stati tolti e per affermare la loro posizione di forza nei confronti della società.
Ma non solo: dall'indagine è emerso inoltre che uno dei principali gruppi del tifo bianconero, i "Drughi", riusciva a recuperare centinaia di biglietti per le partite allo Stadium con una «capillare attività» in tutta Italia, grazie alla compiacenza di alcuni titolari di agenzie e negozi abilitati alla vendita dei tagliandi delle partite della Juve, fra i quali gli esercenti di Pescara e L'Aquila.
Gli arresti sono scattati nei confronti dei capi e dei principali referenti dei gruppi ultrà bianconeri con le accuse a vario titolo di associazione a delinquere, estorsione aggravata, autoriciclaggio e violenza privata. In una intercettazione risulta che la Juventus veniva ricattata: "O ci date i biglietti o cantiamo cori razzisti allo stadio"