Da sinistra Monte Magnola a Ovindoli e Campo Felice a Rocca Di Cambio

ABRUZZO

L’Abruzzo aspetta la neve: hotel pieni, ma piste chiuse

I gestori: «Appena si abbasseranno le temperature, spareremo quella artificiale»

Se esiste una divinità della neve – Chione nella mitologia greca – questo è il momento di scendere dall’Olimpo per cambiare colore all’Abruzzo, almeno a quello montano: dal verde e ocra di fine autunno al bianco immacolato dell’incipiente inverno.

L’oro bianco d’Abruzzo per il momento è merce rara. Dalle webcam solo qualche chiazza di bianco qua e là sulle montagne di questo cuore d’Italia che pulsa turismo e attende di potersi godere le vacanze di un bianco Natale, evocato non solo dal brano reso famoso da Bing Crosby, ma anche, e soprattutto, dagli operatori turistici di tutta la regione.

Il meteo diventa la vera stella polare degli impianti, degli albergatori, dei maestri di sci e di tutto quell’indotto fatto di locande, osterie, b&b, case private che costituiscono l’ossatura economica del periodo più freddo dell’anno. Per ora le previsioni meteo non sono rassicuranti, ma di certo i titolari degli impianti sciistici sono pronti ad azionare l’innevamento artificiale non appena le temperature saranno sufficientemente basse.

A Ovindoli il titolare della Monte Magnola impianti, Giancarlo Bartolotti, combatte la sua personale battaglia con il clima senza cedere di un millimetro e lancia un appello alle istituzioni. «Per ora il problema è che non si abbassa la temperatura», osserva, «ma dovrebbero muoversi anche le istituzioni e venirci incontro con qualche contributo. La richiesta è tanta, gli alberghi sono pieni dal 24. Certo, se si abbassa la temperatura, noi che abbiamo già sparato la neve durante alcune notti... Se riuscissimo a innevare artificialmente almeno per altre tre-quattro notti potremmo anche riaprire. Da 6 a 7 gradi dei giorni scorsi siamo scesi a 2 di oggi (ieri ndr) alle 18, e da mezzanotte teniamo sotto controllo i satelliti. Basta che si abbassa la temperatura, noi riusciamo a sparare e quindi ad aprire in quota Brin, Anfiteatro, Montefreddo. Almeno con le strisce in pista per sciare. Abbiamo le correnti e gli automatismi con i nostri gattisti sono oliati. Non ci faremo trovare impreparati. Se non tutti, puntiamo a far partire la metà o almeno un terzo dei cannoni sparaneve».

Più pessimista Roberto Del Castello, titolare degli impianti sciistici di Aremogna e Monte Pratello, che coprono il 90 per cento del comprensorio sciistico Alto Sangro di Roccaraso e Rivisondoli. «Le previsioni meteo non sono rassicuranti», sottolinea, «e sono convinto che in attesa di precipitazioni, il resto del comprensorio sia in grado di proporre attività alternative. Io più che dare la neve ai turisti non so proprio cosa offrire. Dobbiamo soltanto aspettare il freddo perché quello che costa tantissimo è l’innevamento programmato. Non ci saranno precipitazioni, ma speriamo che almeno venga il freddo. Ora siamo a una temperatura di 8 gradi e fino al 27 dicembre non vi sono le condizioni né per sparare, né per attendersi nuove precipitazioni. Dopo il 27-28 dicembre vedremo».

Le previsioni climatiche sono abbastanza altalenanti, anche perché non possono essere credibili se si superano un certo numero di giorni. «Per esempio», continua Del Castello, «sapevamo che questa notte (quella tra sabato e domenica ndr) saremmo andati a meno 6 gradi e che quindi in un paio di giorni avremmo potuto innevare qualche pista. Oggi invece siamo a 2 gradi all’Aremogna, - 1 a Roccaraso. Quel -1 significa una temperatura che porta umidità, ma realisticamente non possiamo andare a zero. Se non si arriva a - 4 non si riesce proprio a partire. L’impianto di innevamento è in stand by e non appena vi saranno le condizioni (- 4 gradi) partirà in automatico l’intero sistema».

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