PAGLIETA
L'artista non ce l'ha fatta, è morto dopo l'aggressione a Roma
Umberto Ranieri, 55 anni, era ricoverato in gravi condizioni da domenica sera. I carabinieri sulle tracce dei ragazzi con i quali si era fermato a parlare l'ultima volta
ROMA. È morto Umberto Ranieri, l'artista 55enne di origini abruzzesi colpito domenica sera con un pugno al volto in Largo Preneste, alla periferia di Roma. L'uomo era stato trasportato in ospedale in gravissime condizioni. Sulla vicenda indagano i carabinieri per risalire al responsabile. A quanto ricostruito finora, l'artista stava parlando con alcuni giovani e uno di questi, improvvisamente, lo ha colpito con un violento pugno in pieno volto facendolo cadere sull'asfalto dove ha sbattuto violentemente la testa.
Umberto Ranieri era diplomato all'Accademia delle Belle Arti, ha avuto qualche ruolo di supplenza nelle scuole come professore d'arte. Figlio di due pensionati, già colpiti da un altro grave lutto qualche anno fa. Ha lottato per tre giorni contro la morte nell'ospedale San Giovanni.
Gli investigatori stanno raccogliendo testimonianze per capire il motivo dell'aggressione che, al momento, non sembra essere preordinata. Devono stabilire se dietro quel pugno ci siano motivi privati o una lite estemporanea e sono alla ricerca di quei ragazzi con i quali l'uomo parlava domenica sera: 4 o 5 di cui due donne. Tra loro anche l'aggressore. C'è anche chi come il Gay Center paventa il movente dell'omofobia. «Solidarietà al professor Umberto Ranieri e ai suoi cari per la vile aggressione ricevuta» ha detto ieri Fabrizio Marrazzo, portavoce Gay Center. «Chiediamo alle forze dell'ordine che non sia esclusa alcuna pista, compresa quella omofoba, che purtroppo spesso diventa il movente di atti così vili, nei confronti di persone della nostra comunità». Nato a Paglieta, in provincia di Chieti, Umberto Ranieri è diplomato all'Accademia delle Belle Arti di via di Ripetta ed è apprezzato per le sue opere esposte in diverse occasioni nella Capitale. La sua vicenda riporta alla mente il terribile pestaggio del musicista 29enne Alberto Bonanni, ridotto in fin di vita da un gruppo di ragazzi la notte del 26 giugno 2011 nel rione Monti, nel cuore di Roma, e morto dopo oltre tre anni di coma. Un violento pestaggio scattato per alcuni schiamazzi in uno dei quartieri della movida romana dei quali furono accusati Alberto e i suoi amici.