CHIETI
La Walter Tosto conquista l'ex terminal petrolifero di Trieste: "Peccato per l'Abruzzo"
Il Gruppo chietino si aggiudica all'asta con la Seastock per 6,4 milioni l'intera area dei Depositi Costieri. Il manager Luca Tosto: "Soddisfatto, ma provo dispiacere pensare che investiremo risorse e creeremo posti di lavoro che avevamo previsto per Ortona"
PESCARA. Quello che la Walter Tosto non è riuscita a realizzare in piccolo e in modo più articolato in Abruzzo, e in particolare nell'area portuale di Ortona, lo farà in modo più esteso a nord-est dell'Italia e cioé a Trieste. L'azienda chietina, che dai tubi realizzati "sotto casa" è diventata una multinazionale estesa nel campo dei servizi al settore petrolifero (oil&gas), ha investito 6,4 milioni di euro per rilevare all'asta l'intera area dei Depositi Costieri Trieste spa, un terminal di movimentazione e stoccaggio di prodotti petroliferi, energetici ed oli minerali nel porto di Trieste. L'operazione è stata condotta dalla Seastock, società che fa parte del gruppo Tosto, operante nei comparti della petrolchimica e dell'energia.
La Seastock è la stessa società che negli anni scorsi e prima delle elezioni comunali di Ortona propose la realizzazione dell'impianto di stoccaggio di Gpl collegato al porto di Ortona. Progetto che fu al centro di una lunga contesa, contestato dagli ambientalisti, caldeggiato dagli imprenditori, strumentalmente adoperato dalla politica. Prevedeva un impianto da 25mila metri cubi e posti di lavoro (dagli 80 ai 120) anche nell'indotto. Ma di fronte a quella opposizione nella "sua" regione la stessa Walter Tosto decise di "ripiegare".
Il progetto è rimasto tuttavia solo nel cassetto. Ed è stato ritirato fuori quando si è presentata l'occasione. Quando sono stati messi in vendita immobili, impianti, macchine, attrezzature, contratti di fornitura e rapporti di lavoro subordinati preesistenti, sulle aree della Depositi Costieri di Trieste, società dichiarata fallita nel gennaio 2018, perché non aveva più pagato le accise all'Agenzia delle Dogane: un crack di 30 milioni di euro. Così la parte degli investimenti previsti in Abruzzo è finita a Trieste.
L'asta partiva da 6 milioni e 263mila euro per un'area demaniale con la capacità massima teorica di stoccaggio di 130.000 mc., quindi di molto superiore al potenziale indicato nel progetto di Ortona. Il termine ultimo per parteciparvi era il 13 dicembre. La Seastock l'ha vinta grazie a un'offerta di 6,4 milioni di euro e senza concorrenti.
I vertici della Seastock e il manager del Gruppo, Luca Tosto, sono andati a Trieste per mettere le firme sull'intera operazione. E a brindare. Con un rimpianto. "Non voglio tornare a riaprire le polemiche e per, quel che mi riguarda, una ferita. Ma certo è che provo dispiacere pensare che a Trieste investiremo risorse e creeremo posti di lavoro che avevamo previsto per l'Abruzzo", afferma Luca Tosto in viaggio verso la bella città della Bora.
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