Maiella, dove la storia è scolpita sulle rocce

Guardiagrele, il professor Iacovella scopre nuove testimonianze a 2.000 metri di altitudine

«Si fa tuti sacrificio per la Patria», incisero due fratelli pastori di Sant'Eufemia. Un altro governante di greggi originario di Pennapiedimonte, nel settembre 1911 e a distanza di soli quattro giorni, scolpì il suo nome in due posti diversi lungo un sentiero anche abbastanza impervio tra i 1.900 e i 2.300 metri di altitudine. E poi i segni di un campo di gioco del tris, il passatempo scelto dai pastori ancora con i resti di pietre e pigne utilizzate a mo' di pedine; la sagoma di una nave riprodotta forse scrutando all'orizzonte l'Adriatico nelle giornate di transumanza. Altre date dei passaggi, in queste zone che paiono sconfinate, dagli inizi del 1800 fino al 1975 corredate dall'età dell'incisore. Non solo pastori però: c'è anche un tale "Elish-F.43", nome ebreaico che nascerebbe dall'accostamento di Eli (Dio) e Ish (salvare) "Il mio Dio è salvezza". Il luogo è Santo Spirito e l'incisore sarebbe un rifugiato, civile o prigioniero di guerra, che aveva trovato accoglienza nell'eremo del posto nel periodo della Seconda guerra mondiale, forse giungendo da Fonte dell'Amore di Sulmona.

Oltre settanta scritte, segni e incisioni sul versante orientale del Parco nazionale della Maiella, tra Monte Focalone, a 2.700 metri di altitudine, l'Anfinteatro delle Murelle (2.300), l'alta della Valle dell'Orfento (2.300), il Blockhaus, la Maielletta, la Valle di Guardiagrele. Sono quelli che hanno trovato i soci del Club alpino, impegnati da alcuni anni nel lavoro di ricerca, censimento e documentazione di ciò che riguarda la presenza dell'uomo sui monti della dea Maia. Uno studio non facile, anche se per realizzarlo sono necessari strumenti rudimentali: spazzole di seta dura, spatole, pulisci-solchi, senza reincidere le scritte e facendo attenzione a non intaccare più di tanto la pietra della Maiella che ha le caratteristiche di essere tenera e porosa.

E' il professor Carlo Iacovella, presidente del Comitato scientifico e tutela ambiente montano del Cai Abruzzo, ad avere proposto questa attività di ricerca delle iscrizioni perlopiù pastorali ancora non censite nell'area protetta. Nulla a che vedere con la "Tavola dei briganti" che conserva l'incisione "Nel 1820 nacque Vittorio Emanuele Re d'Italia. Prima era il regno dei fiori, ora è il regno della miseria", nei paraggi di Monte Cavallo. «Vado in montagna da oltre 40 anni», spiega Iacovella, «e nelle escursioni ho approfondito la conoscenza dei vari aspetti che caratterizzano questa splendida montagna e le testimonianze legate alla presenza dell'uomo. Conoscevo una decina di scritte inedite. La proposta della ricerca è stata accettata dal Comitato scientifico del Cai e così abbiamo creato un'equipe di studio. Mai le escursioni sono andate a vuoto nei risultati che volevamo raggiungere».

A oggi le scritte inedite si trovano in una zona particolare della Maiella che i ricercatori non rivelano: è in corso la raccolta del materiale per farne una pubblicazione. La zona più feconda, quella del versante orientale della Maiella, sui 1.800 metri, era stata scoperta da Iacovella già nel novembre 1994. Così la ricerca si è concentrata in quest'area e, approfittando delle buone condizioni meteo, il lavoro si è protratto fino agli inizi del 2012. Ovviamente le scritte e le incisioni non sono a vista, ma nascoste sotto muschi, detriti, terriccio, radici e foglie.

«Con intuizione, calma e attenzione», sottolinea Iacovella, «siamo riusciti a scoprirle: è stata una sorpresa che ha ricompensato le ore di cammino e i giorni di lavoro profusi. Vogliamo cercare scritte diverse da quelle dei pastori e stare sulle tracce dell'uomo paleolitico che nei periodi interglaciali e in estate si spingeva in quota. Il problema è che molte scritte non si leggono più perché sono state distrutte dalle intemperie. Il rischio è che scompaiano. L'idea è di stimolare il Parco della Maiella a realizzare una mappa delle scritte e delle testimonianze per renderle accessibili agli escursionisti. Queste nuove iscrizioni si aggiungono alle altre censite da Edoardo Micati e pubblicate nel 2000».

Questi i componenti del gruppo di lavoro: Antonio Catani (Onc Penne), Gaetano Falcone (Onc L'Aquila), Daniele Berardi (Onc Pescara), Marcello Borrone (Onc Chieti) e i soci del Cai: Roberto Bezzu (Sulmona), Mario Di Matteo, Alessandro Gabriele, Gildo e Stefano Iacovella, Luigi Vitacolonna e Massimo Zulli (Guardiagrele).

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