Maxmilian Di Pasquale (Tua): «Filiere del biometano e dell’idrogeno nel futuro della mobilità abruzzese»

Per il direttore dell’azienda di trasporti va favorito il passaggio graduale a un’economia circolare sul territorio che consenta di ridurre l’impatto ambientale
PESCARA. Il futuro della mobilità in Abruzzo passerà attraverso la transizione graduale al biometano e l'introduzione di idrogeno come vettore energetico innovativo. E in questa complessa evoluzione l'azienda di trasporto pubblico Tua avrà un ruolo primario. A confermarlo è Maxmilian Di Pasquale, direttore della Tua, che indica con precisione la direzione da prendere: la realizzazione sul territorio regionale, di hydrogen valley", anche dette valli dell'idrogeno o hub del vettore energetico.
Partiamo da un concetto semplice: cosa possono fare aziende come Tua per la transizione energetica?
«Favorire quello che viene definito lo shift modale, ovvero un cambiamento nelle modalità di spostamento, in direzione di un aumento delle quote del trasporto sostenibi-le».
Quindi?
«Incentivare il mercato del trasporto passeggeri e l'utilizzo, come abitudine consolidata, del mezzo pubblico rispetto alla macchina e, nel caso del trasporto merci, favorire il trasporto dei prodotti su ferro, tramite treni, piuttosto che su gomma, con i mezzi pesanti».
E questo che risultati porterebbe?
«L'abbattimento del 70% delle emissioni di anidride carbonica in atmosfera, oltre a un sistema economico più attrattivo per le imprese che preferiscono il trasporto su ferro a quello su gomma. Un progetto di intermodalità, dove garantire la spina dorsale del trasporto su ferro e utilizzare i bus come ultimo miglio. Gli autobus o i camion fanno da adduzione, nella fase finale. Questi sono i due macro temi si sui ragionare».
Chiarissimo. In Abruzzo, Tua quanto sta investendo?
«La Regione Abruzzo, utilizzando Tua come stazione appaltante, sta programmando ingenti investimenti per il potenziamento dell'infrastruttura ferroviaria e lo sviluppo dell'intermodalità, anche acquistando nuovi locomotori elettrici. Ciò rende più attrattivo l'intero distretto industriale, da un punto di vista diretto e indiretto. Sulla transizione energetica c'è, poi, il grande tema dello sviluppo delle filiere del bio-metano e la realizzazione di hydrogen valley con impianti di produzione di idrogeno a servizio dei siti industriali energivori. Come anche per l'alimentazione dei mezzi a zero emissione, in particolare degli autobus a idrogeno».
Ma le hydrogen valley verranno realizzate?
«Il vero tema è la realizzazione di impianti a idrogeno, da utilizzare per l'alimentazione di treni e autobus a zero emissioni, oltre a sviluppare le filiere del bio-metano. Parliamo del metano che viene realizzato non da combustibili fossili, ma che viene prodotto da scarti agricoli.
Ciò consentirebbe di sviluppare un'economia circolare all'interno della regione e di ridurre l'impatto ambientale».
La Tua in tutto questo che ruolo ha?
«Ha una sua partecipata, la Sangritana, che si occupa di trasporto merci su ferro e sta contribuendo a realizzare interventi nel distretto industriale della Sevel: ha avviato progetti per la mobilità a idrogeno firmando un protocollo d'intesa con Arap, in cui si prevede la realizzazione di una hydrogen valley per finalità industriali e di trasporto pubblico»
Poi?
«Come Tua promuoviamo partenariati pubblico-privati per la realizzazione della hydrogen valley, dove Tua può essere il primo cliente per gli autobus a idrogeno. L'anno scorso abbiamo fatto un progetto per un anno di fornitura di biometano: il passo successivo potrebbe essere l'acquisto di biometano da soggetti che lo producono in loco».
Ci sono i fondi per tutto questo?
«Sì, poi l'intervento dei privati aiuterà a portare a termine il progetto». Quando i primi risultati? «Entro un paio d'anni contiamo di concretizzare qualcosa. È un processo che crescerà di anno in anno, in relazione allo sviluppo di nuovi impianti di biometano e di idrogeno».
E con il parco mezzi, Tua com'è messa?
«Il parco mezzi è rinnovato annualmente: ora siamo a una flotta leggermente al di sotto della media italiana. In un paio d'anni saremo nella media europea. Il 25% della flotta è a metano e potrebbe essere alimentata da biometano».