la protesta
«Negri Sud, la Procura faccia chiarezza»
Esposto dei sindacati sulla trasformazione dell’istituto da consorzio a fondazione. Timori per il Tfr dei dipendenti
SANTA MARIA IMBARO. «La magistratura faccia subito chiarezza sulle cause del dissesto del Negri Sud». E' il giorno dell'amarezza per i dipendenti del celebre istituto di ricerca scientifica e farmacologica, costola del Mario Negri Milano diretto dal professor Silvio Garattini. Dopo la nomina dei commissari liquidatori da parte del tribunale di Chieti, i cancelli dell'istituto chiusi venerdì pomeriggio in tutta fretta e i pass dei dipendenti smagnetizzati, è l'ora delle recriminazioni e della caccia ai colpevoli sulla morte prematura di un centro che ha dato all'Abruzzo e al mondo intero ben 27 anni di ricerche.
E ci sarebbe ancora molto da dire e da capire sul Negri Sud anche perché sulla crisi dell'istituto negli ultimi sei anni si è detto tutto e il contrario di tutto. Top secret sulla relazione del commissario straordinario Luciano Fratocchi consegnata al cda della Fondazione e sulla quale nessuno vuole sbottonarsi. E resta incerta perfino la cifra dei 9milioni di euro di debito, frutto di informazioni sommarie. Ad oggi nè i dipendenti, nè i sindacati sanno con coscienza di che somma si stia parlando. Non è certo nemmeno se ricercatori, borsisti, personale addetto alla manutenzione e cococo potranno accedere al Tfr. E in alcuni casi si parla di oltre venti anni di versamenti. Di qui l'appello dei dipendenti alla magistratura frentana, che, tuttavia, non è del tutto nuova a queste richieste. Prima ancora dell'arrivo del commissario Fratocchi infatti, nell'ottobre del 2014, i sindacati Filcams Cgil e Fisascat Cisl avevano presentato un esposto alla Procura di Lanciano. Ai magistrati si chiedeva di fare attenzione su un nodo strategico di tutta la vicenda Negri Sud: la trasformazione da consorzio a fondazione. Da sempre questo cambiamento di personalità giuridica dell'ente di ricerca aveva portato con sè dubbi e polemiche. Soprattutto per quanto riguarda l'aspetto dei debiti dal momento che la nuova Fondazione sarebbe potuta nascere solo con l'azzeramento degli ammanchi pregressi che, prima del 2013, anno della trasformazione, ammontavano già a qualche milione di euro. Sono stati azzerati quei debiti, e se sì, come? Sono queste le domande che si pongono ora alcuni dipendenti. Lo stesso commissario Fratocchi, nel corso di un recente incontro pubblico a Lanciano, aveva parlato di una serie di bilanci chiusi in perdita addirittura a partire dal 2005. Chi ha contratto quei debiti e come? «Chiediamo ai magistrati della Procura di fare in fretta e di usare la stessa velocità utilizzata per la vicenda delle cavie soppresse» chiedono alcuni dipendenti «il destino di uomini e topi mai come in questo caso sembra viaggiare sullo stesso binario». Intanto il deputato Sel Gianni Melilla ha presentato un'interrogazione al Ministro Stefania Giannini affinchè convochi parti sociali, Regione Abruzzo ed enti locali per «verificare un eventuale piano di recupero della prestigiosa struttura scientifica».
Daria De Laurentiis
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