L’AQUILA

Pil Abruzzo terzo in Italia per crescita ma tra più ombre che luci

1 Dicembre 2024

Le statistiche del rapporto Svimez si riferiscono al 2023. La regione cresce ma i dati presi singolarmente non sono incoraggianti. Pesa la crisi dell’automotive. Anche la fuga di cervelli preoccupa

L'AQUILA. L'Abruzzo ha registrato una crescita del Pil dell'1,2% nel 2023, terzo miglior risultato in Italia. Tuttavia, i dati scorporati non sono così incoraggianti come suggerirebbe questa medaglia di bronzo. Tutto ciò emerge dal rapporto Svimez, elaborato dall’economista Aldo Ronci.

Nello specifico, sono sette le grandezze considerate nella relazione, ossia dinamica delle imprese, dinamica delle imprese artigiane, variazioni del credito (impieghi vivi), occupazione, popolazione, consumi e investimenti pubblici in costruzioni. Sulla base di queste, dal 31 dicembre 2023, rispetto al 2022, i valori percentuali sarebbero peggiori della media nazionale. Ciò ha posizionato l'Abruzzo tra il dodicesimo e il diciottesimo posto nella graduatoria delle regioni italiane.

Discorso a parte meritano altre due grandezze: le variazioni dell'export e le variazioni del Pil. Queste due grandezze hanno realizzato nel 2023, in valori percentuali, dati migliori di quelli nazionali. Da un lato, l'export ha posizionato l'Abruzzo al quarto posto della graduatoria delle regioni italiane; dall'altro, il Pil ha fatto registrare all'Abruzzo il terzo miglior risultato italiano. La relazione precisa però che l'export abruzzese, negli ultimi 5 anni (dal 2019 al 2023), è cresciuto la metà (+14,9%) rispetto a quello nazionale (+34,6%) e si posiziona al terzultimo posto della graduatoria nazionale.

Su questa crescita a rilento dell’export pesa sicuramente l’automotive, pilastro del settore, che è entrata in crisi e già nel 2024 ha fatto retrocedere l'Abruzzo dal quarto posto del primo semestre al dodicesimo del secondo. Il Pil dell'Abruzzo nel periodo 2019‐2023 cresce di appena lo 0,2% contro il 3,5% dell'Italia, dato che posiziona la regione al quartultimo posto della graduatoria nazionale.

C’è poi un altro dato della relazione che preoccupa: la fuga di cervelli. La capacità degli atenei del sud di immatricolare gli studenti dell’area è veramente bassa. In media 2 studenti meridionali su 10 – circa 20mila l’anno – si iscrivono ad una triennale del centro-nord, quasi quattro su dieci ad una magistrale. Rispetto a quest’ultimo punto le statitische dell’Abruzzo sono ancora peggiori: più del 50% degli studenti magistrali abbandona la propria regione per iscriversi al nord.