«Politici dite no a clientele e affari»
Fars: regole severe di buon governo per riavere la fiducia dei cittadini.
PESCARA. «Una cosa è certa: non tutto ciò che viene addebitato ad amministratori e politici è perseguibile dal codice penale. Ma troppe sono le violazioni del codice etico». Marco Fars segretario regionale di Rifondazione Comunista cita il direttore del quotidiano il Centro, Luigi Vicinanza nell’editoriale del 9 agosto scorso per un “Patto etico” condiviso da destra e sinistra che preveda rettitudine morale, codici di comportamento, trasparenza e rigore. «Condivido questa affermazione del direttore Vicinanza e ne traggo spunto per articolare alcuni elementi di critica e di analisi», spiega Marco Fars. «Non trovo parole migliori che quelle di Enrico Berlinguer per descrivere quello che a me appare come il punto centrale e di innesto della corruzione politica. Provo a sintetizzare attraverso un cut-up liberamente manipolato dalla famosa intervista di Scalfari», propone il segretario di Rifondazione riepilogando le conclusioni del discorso di Berlinguer sulle devianze della politica, sui partiti di potere e la gestione delle clientele.
«La questione morale non si esaurisce nel fatto che, essendoci dei ladri, dei corrotti, dei concussori nella pubblica amministrazione, bisogna scovarli, bisogna denunciarli e bisogna metterli in galera. La questione morale fa tutt’uno con l’occupazione degli enti locali e delle sociètà collegate da parte dei “signori delle preferenze” e delle loro correnti, fa tutt’uno con la guerra per bande». «Molti dei comportamenti che determinano questo oscuro quadro possono non essere illegali ma sono sicuramente immorali», riprende Marco Fars nella sua riflessione sul Patto etico, «questo mi sembra uno dei punti centrali. Se nelle scelte, nei gruppi dirigenti, nelle pratiche quotidiane la politica assume la forma neo-feudale del rapporto tra “signori” e “clientes” c’è poco da interrogarsi su regole e trasparenza. Quando il diritto diventa favore si mina alla base il senso stesso delle istituzione democratiche».
Per Marco Fars è necessario puntare sulle riforme, ma non solo attraverso inviti ma con atti concreti come quello di un ricambio di una classe dirigente. «Di fronte quindi a scelte concrete quale è stato il comportamento delle forze politiche? Per usare ancora le parole di Vicinanza: “Il mancato rinvio appare come un atto di egoismo politico del centrodestra ma sembra anche un atto di ignavia del centrosinistra”. Con queste premesse la “legittimazione virtuosa tra schieramenti” contro i “calunniatori” mi appare semplicemente la proposta di ennesimo “inciucione” per continuare a “predicar bene e razzolar male”», osserva Fars che indica come unica soluzione al malaffare un netto cambio di rotta. «Se non si pratica concretamente un cambio dei sistemi di potere e degli uomini che li hanno determinati nei partiti, è vuota retorica condividere un patto etico.
Tutti gli scandali recenti sono stati preceduti da puntuali denuncie di Rifondazione: Montesilvano, sanità, Pescara, ecc. Che dire poi degli esponenti del cosiddetto “partito dell’acqua”? E’ con loro che va sottoscritto il patto?», si interroga Fars che puntualizza che: «lungi dall’essere una disdicevole ma accessoria caratteristica dei poteri forti locali, la corruzione, al contrario, ne plasma la costituzione materiale, con la quotidiana aggressione al territorio. Su questo terreno va promossa una riforma morale e culturale sulla quale un adeguato giornalismo di inchiesta può esercitare una azione decisiva». «Mentre il ceto politico ha teso a derubricare il tema mostrando una certa insofferenza bipartisan verso il costante emergere di scandali legati all’intreccio affari-politica», osserva Fars, «l’opinione pubblica ha mostrato una crescente preoccupazione che si è trasformata in sfiducia verso la politica, “dunque la necessità di riscrivere le regole pubbliche.
In maniera rigorosa, con spirito di verità e sobrietà”». Rifondazione, dice Fars, è pronta alla sfida: anagrafe degli eletti, costi della politica, incompatibilità tra ruoli politici di partito e ruoli amministrativi, valorizzazione delle competenze e non delle appartenenze, regole su appalti e concorsi che non consentano aggiramenti devono diventare oggetto di proposte e realizzazioni concrete. «Faccio una proposta», conclude Marco Fars, «il Centro prosegua con uno spazio che metta a confronto con schede tematiche i progetti di legge e le iniziative dei partiti. Per Rifondazione, senza alcuna concessione alle spinte giustizialiste, è una pratica quotidiana in prosecuzione con la migliore tradizione della sinistra italiana, che ha sempre coniugato la difesa dei lavoratori e delle fasce più deboli della società con la lotta senza quartiere e a tutti i livelli contro il partito degli affari e contro gli affari dei partiti».
«La questione morale non si esaurisce nel fatto che, essendoci dei ladri, dei corrotti, dei concussori nella pubblica amministrazione, bisogna scovarli, bisogna denunciarli e bisogna metterli in galera. La questione morale fa tutt’uno con l’occupazione degli enti locali e delle sociètà collegate da parte dei “signori delle preferenze” e delle loro correnti, fa tutt’uno con la guerra per bande». «Molti dei comportamenti che determinano questo oscuro quadro possono non essere illegali ma sono sicuramente immorali», riprende Marco Fars nella sua riflessione sul Patto etico, «questo mi sembra uno dei punti centrali. Se nelle scelte, nei gruppi dirigenti, nelle pratiche quotidiane la politica assume la forma neo-feudale del rapporto tra “signori” e “clientes” c’è poco da interrogarsi su regole e trasparenza. Quando il diritto diventa favore si mina alla base il senso stesso delle istituzione democratiche».
Per Marco Fars è necessario puntare sulle riforme, ma non solo attraverso inviti ma con atti concreti come quello di un ricambio di una classe dirigente. «Di fronte quindi a scelte concrete quale è stato il comportamento delle forze politiche? Per usare ancora le parole di Vicinanza: “Il mancato rinvio appare come un atto di egoismo politico del centrodestra ma sembra anche un atto di ignavia del centrosinistra”. Con queste premesse la “legittimazione virtuosa tra schieramenti” contro i “calunniatori” mi appare semplicemente la proposta di ennesimo “inciucione” per continuare a “predicar bene e razzolar male”», osserva Fars che indica come unica soluzione al malaffare un netto cambio di rotta. «Se non si pratica concretamente un cambio dei sistemi di potere e degli uomini che li hanno determinati nei partiti, è vuota retorica condividere un patto etico.
Tutti gli scandali recenti sono stati preceduti da puntuali denuncie di Rifondazione: Montesilvano, sanità, Pescara, ecc. Che dire poi degli esponenti del cosiddetto “partito dell’acqua”? E’ con loro che va sottoscritto il patto?», si interroga Fars che puntualizza che: «lungi dall’essere una disdicevole ma accessoria caratteristica dei poteri forti locali, la corruzione, al contrario, ne plasma la costituzione materiale, con la quotidiana aggressione al territorio. Su questo terreno va promossa una riforma morale e culturale sulla quale un adeguato giornalismo di inchiesta può esercitare una azione decisiva». «Mentre il ceto politico ha teso a derubricare il tema mostrando una certa insofferenza bipartisan verso il costante emergere di scandali legati all’intreccio affari-politica», osserva Fars, «l’opinione pubblica ha mostrato una crescente preoccupazione che si è trasformata in sfiducia verso la politica, “dunque la necessità di riscrivere le regole pubbliche.
In maniera rigorosa, con spirito di verità e sobrietà”». Rifondazione, dice Fars, è pronta alla sfida: anagrafe degli eletti, costi della politica, incompatibilità tra ruoli politici di partito e ruoli amministrativi, valorizzazione delle competenze e non delle appartenenze, regole su appalti e concorsi che non consentano aggiramenti devono diventare oggetto di proposte e realizzazioni concrete. «Faccio una proposta», conclude Marco Fars, «il Centro prosegua con uno spazio che metta a confronto con schede tematiche i progetti di legge e le iniziative dei partiti. Per Rifondazione, senza alcuna concessione alle spinte giustizialiste, è una pratica quotidiana in prosecuzione con la migliore tradizione della sinistra italiana, che ha sempre coniugato la difesa dei lavoratori e delle fasce più deboli della società con la lotta senza quartiere e a tutti i livelli contro il partito degli affari e contro gli affari dei partiti».