Processo D'Alfonso, rinviata l'udienza preliminare
Slitta al 6 aprile l'udienzapreliminare dell''inchiesta per corruzione a carico dell'ex sindaco di Pescara. Il Comune, pronto a costituirsi parte civile, chiederà il risarcimento dei danni. La cifra non è ancora stata quantificata
PESCARA. È stata rinviata al prossimo 6 aprile l'udienza preliminare dell'inchiesta per corruzione in cui è coinvolto l'ex sindaco di Pescara, Luciano D'Alfonso. Il rinvio è stato necessario a causa di 3 omesse notifiche, di cui una all'imprenditore Carlo Toto e a due difensori. L'indagine "Housework", su presunte tangenti negli appalti pubblici al comune, portò il 15 dicembre 2008 all'arresto dello stesso D'Alnfonso.
All'udienza odierna, davanti al gup Guido Campli, non erano presenti in aula invece i 26 imputati, i quali sono chiamati a rispondere a vario titolo di una lunga serie di reati tra cui concussione, corruzione, peculato, falso ideologico, truffa, finanziamento illecito ai partiti, appropriazione indebita, favoreggiamento e turbata libertà degli incanti. D'Alfonso, il suo ex braccio destro, Guido Dezio, l'autista factotum Fabrizio Paolini, il suo ex portavoce Marco Presutti, il suo ex capo di gabinetto Marco Molisani, gli ex dirigenti comunali Giampiero Leombroni, Vincenzo Cirone e Luciano Di Biase, il dirigente Pierpaolo Pescara e l'ex city manager Antonio Dandolo, devono rispondere anche di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di vari reati contro la pubblica amministrazione e il patrimonio.
Vi hanno invece preso parte i legali del Comune e dei gestori del bar del Tribunale, i quali hanno espresso l'intenzione di costituirsi parte civile. L'amministrazione di di Pescara, rappresentata dall'avvocato Claudio Di Tonno, echiederà i danni d'immagine e patrimoniali, la cui cifra non è ancora quantificata.
All'udienza odierna, davanti al gup Guido Campli, non erano presenti in aula invece i 26 imputati, i quali sono chiamati a rispondere a vario titolo di una lunga serie di reati tra cui concussione, corruzione, peculato, falso ideologico, truffa, finanziamento illecito ai partiti, appropriazione indebita, favoreggiamento e turbata libertà degli incanti. D'Alfonso, il suo ex braccio destro, Guido Dezio, l'autista factotum Fabrizio Paolini, il suo ex portavoce Marco Presutti, il suo ex capo di gabinetto Marco Molisani, gli ex dirigenti comunali Giampiero Leombroni, Vincenzo Cirone e Luciano Di Biase, il dirigente Pierpaolo Pescara e l'ex city manager Antonio Dandolo, devono rispondere anche di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di vari reati contro la pubblica amministrazione e il patrimonio.
Vi hanno invece preso parte i legali del Comune e dei gestori del bar del Tribunale, i quali hanno espresso l'intenzione di costituirsi parte civile. L'amministrazione di di Pescara, rappresentata dall'avvocato Claudio Di Tonno, echiederà i danni d'immagine e patrimoniali, la cui cifra non è ancora quantificata.