31 minuti

Questa sera su Rete 8: “Dissesto cultura” è la nuova puntata di 31 minuti

27 Febbraio 2025

Il programma di Rete 8 in collaborazione con Il Centro torna con una nuova puntata sui tagli alla cultura nella città di Chieti, ma anche sulla presunta falsità di uno dei simboli dell’Abruzzo: il Guerriero di Capestrano

È la città in cui tutto può succedere due volte: quello che era accaduto nel 1993, a Chieti, è capitato ancora esattamente trent’anni dopo. Nel 1993, dopo la bufera della tangentopoli, Chieti era sprofondata nell’incubo del dissesto finanziario per 25 miliardi di vecchie lire di debiti, quasi 13 milioni di euro. Nel 2023, è successo ancora e questa volta il buco del Comune è diventato ancora più profondo: 80 milioni. La prima vittima del dissesto si chiama sempre cultura: una città che vanta quattro musei, un teatro con oltre 200 anni di storia e tanti monumenti che avrebbero bisogno di cura, si trova a combattere con i tagli alla cultura. “Dissesto cultura” è il titolo di un’altra puntata di “31 minuti”, il settimanale di approfondimento giornalistico di Rete8 in collaborazione con il Centro in onda stasera alle ore 21.40. La regia è di Danilo Cinquino e Antonio D’Ottavio, coordinamento tecnico Andrea Di Fabio, riprese Luigi Cinquino.

In puntata anche il caso del Guerriero di Capestrano, l’icona simbolo d’Abruzzo oggi sul gonfalone della Regione. Il cippo del IV secolo avanti Cristo è custodito nel museo nazionale d’Abruzzo in una sala allestita da Mimmo Paladino. Ma poi è arrivato lui: Alessio Consorte, videomaker autore del documentario “Il Guerriero mi pare strano”. Originario di Pescara, Consorte è riuscito a portare il Guerriero d’Abruzzo davanti ai giudici del Tar di Pescara. Nel documentario, oggi visibile su Youtube, Consorte sostiene di aver avuto accesso ad un documento che potrebbe dimostrare la falsità del Guerriero, ritrovato nel 1934 nella piana di Capestrano, all’Aquila. Consorte ha fatto ricorso al Tar, dopo che la direzione regionale dei musei d’Abruzzo non gli ha concesso le analisi sulla statua. Entro un mese, dice il Tar, il ministero ha l’obbligo di consegnare i documenti al videomaker.