«Restituire le indennità alle guardie mediche»
Varata una risoluzione bipartisan in Commissione regionale. L’assessore Paolucci: mossa elettorale
L'AQUILA. Approvata all'unanimità in Commissione regionale Sanità la risoluzione proposta di Forza Italia e sottoscritta da altri consiglieri sulle indennità di rischio tagliate dal Governo regionale ai sanitari di guardia medica. Lo comunica il consigliere regionale Mauro Febbo che aggiunge, sintetizzando i contenuti della risoluzione: «È indispensabile trovare tutte le soluzioni possibili per salvaguardare i contratti prima di incorrere in contenziosi mossi dal personale medico a seguito dell'approvazione della DGR n. 398/2017. Sono soddisfatto», prosegue Febbo, «della votazione unanime e soprattutto del parere favorevole alla nostra interpellanza anche da parte dei commissari del Pd (si registra anche un «plauso» dell’assessore Donato Di Matteo, ndr.) che, di fatto, sfiduciano l'operato dell'assessore Paolucci e di questo esecutivo regionale che continua a fare solo pasticci». Il problema è legato alla delibera di giunta numero 398 del 18 luglio scorso, nel quale viene deciso, sulla base di un decreto della Corte dei Conti, che i medici di guardia non percepiranno i 4 euro in più per ogni ora di lavoro, cifra che va ad aggiungersi ai 22 euro l'ora stabiliti dal contratto nazionale e al contempo chiede alle singole Asl di attivarsi per recuperare le somme fin qui illegittimamente elargite che ammontano a 60 mila euro circa a dottore.
Per l’assessore Silvio Paolucci la risoluzione rappresenta solo «un documento elettoralistico», dato che «da sola non può produrre alcun effetto». «Il Consiglio regionale è il massimo organo della Regione ed è sovrano», spiega l'assessore «ma se davvero l'assemblea vuole determinarsi diversamente rispetto alla decisione assunta dalla Giunta, deve presentare non una risoluzione, ma un provvedimento amministrativo, seguendo tutto l'iter previsto dalle norme e dai regolamenti, oltre al rilascio dei necessari pareri delle strutture regionali. Solo così l'atto è idoneo a produrre effetti», insiste Paolucci, «con tanto di responsabilità amministrativa e contabile in capo a coloro che ne votano l'approvazione. Troppo semplice licenziare invece una semplice risoluzione, che non implica alcuna responsabilità patrimoniale per i consiglieri regionali, lasciando la stessa solo in capo alla Giunta regionale e in particolare all'assessore alla sanità. Quanto al passato è di tutta evidenza che saranno i giudici, dunque né giunta né consiglieri a definire la questione. E naturalmente, se i magistrati dovessero ritenere legittima quella indennità definita nel 2006, siamo pronti a prenderne positivamente atto». Incalzano Paolucci anche il vicepresidente 5 stelle della commissione Sanità del Consiglio regionale, Domenico Pettinari, e la consigliera Sara Marcozzi che invitano Paolucci ad «adoperarsi per “fare il governo” e relazionare gli abruzzesi tempestivamente sugli impegni assunti attraverso le risoluzioni. In caso contrario, si dimetta e lasci governare noi».
Per l’assessore Silvio Paolucci la risoluzione rappresenta solo «un documento elettoralistico», dato che «da sola non può produrre alcun effetto». «Il Consiglio regionale è il massimo organo della Regione ed è sovrano», spiega l'assessore «ma se davvero l'assemblea vuole determinarsi diversamente rispetto alla decisione assunta dalla Giunta, deve presentare non una risoluzione, ma un provvedimento amministrativo, seguendo tutto l'iter previsto dalle norme e dai regolamenti, oltre al rilascio dei necessari pareri delle strutture regionali. Solo così l'atto è idoneo a produrre effetti», insiste Paolucci, «con tanto di responsabilità amministrativa e contabile in capo a coloro che ne votano l'approvazione. Troppo semplice licenziare invece una semplice risoluzione, che non implica alcuna responsabilità patrimoniale per i consiglieri regionali, lasciando la stessa solo in capo alla Giunta regionale e in particolare all'assessore alla sanità. Quanto al passato è di tutta evidenza che saranno i giudici, dunque né giunta né consiglieri a definire la questione. E naturalmente, se i magistrati dovessero ritenere legittima quella indennità definita nel 2006, siamo pronti a prenderne positivamente atto». Incalzano Paolucci anche il vicepresidente 5 stelle della commissione Sanità del Consiglio regionale, Domenico Pettinari, e la consigliera Sara Marcozzi che invitano Paolucci ad «adoperarsi per “fare il governo” e relazionare gli abruzzesi tempestivamente sugli impegni assunti attraverso le risoluzioni. In caso contrario, si dimetta e lasci governare noi».