Riabilitazione, scontro sui ticket
Redigolo: li impone una legge, ma possiamo aiutare le famiglie.
PESCARA. I salatissimi ticket che invalidi e Comuni dovranno pagare fanno paura. Ieri la Regione è stata assediata da una valanga di proteste dalle associazioni di categoria dei disabili e dai dubbi dei Consiglieri regionali che ritengono l’applicazione dei ticket una ingiustizia. I costi che le famiglie o i Comuni (in caso di cittadini indigenti) dovranno sostenere sono nell’ordine di un ticket del 30 per cento per prestazioni che vanno dai 100 ai 300 euro. Il disabile per avere la cura riabilitativa in regime di ricovero prolungato o di ricovero giornaliero deve pagare una tariffa che varia dai 26 ai 97 euro al giorno. (Le varie fasce di intervento con i costi a carico del sistema sanitario e dei pazienti sono riportate nella tabella accanto). Il ticket era previsto dal 2007 ma la Regione non lo ha applicato ed ora i tecnici del ministero della Salute e dell’Economia che controllano i conti della spesa sanitaria dell’Abruzzo hanno fatto presente al commissario di Governo, Gino Redigolo che il ticket va messo e pagato «così», hanno sottolineato, «come fanno le altre Regioni».
«Il ministero ci ha richiamato all’applicazione dei ticket ma è una cosa che possiamo riorganizzare», commenta cauto Redigolo, «è una legge nazionale. Per le attività socio sanitarie in altre Regioni si è strutturata una sinergia di intervento a sostegno dei disabili unendo la contribuzione del servizio sanitario nazionale, quella dei Comuni e quella regionale per le politiche socio-sanitarie. Si tratta di un bilancio a parte dove si attingono fondi per i pazienti che hanno bisogno di queste cure. Questo viene fatto tranquillamente altrove e si può fare anche in Abruzzo. Si tratta di discuterne e trovare le forme di collaborazione. La disabilità ha una valenza sociale, ora bisogna stabilire la quota a carico della Regione, dei Comuni e delle famiglie. L’Abruzzo», fa presente Redigolo, «si deve allineare allo standard di assistenza nazionale e penso che abbia tutte le capacità per promuovere una sanità di qualità e senza sprechi».
Su cosa bisogna fare per cercare di ridurre le spese a carico delle famiglie il Commissario ha una sua idea. «Ci si siede attorno al tavolo con l’obiettivo di dare il massimo aiuto a quelle persone che hanno problemi di disabilità. Credo che si troverà una soluzione che non pesi sulle famiglie». Se Redigolo nutre un filo di ottimismo, Nicoletta Verì presidente della Commissione regionale sanità è pessimista ma pronta a dare battaglia. «Stiamo parlando di invalidi che dovrebbero avere una assistenza garantita», osserva Verì, «sappiamo che la legge è precisa e stabilisce che si tratta di prestazioni sanitarie e che vanno pagate ma, lo ripeto, parliamo di persone con disabilità fisiche, psichiche e sensoriali gravi che hanno bisogno di terapie in regime residenziale e semiresidenziale.
Io sono dell’avviso che essendo prestazioni sanitarie gli invalidi dovrebbero avere una esenzione dai ticket. Oggi terrò la riunione della Commissione regionale», conclude Nicoletta Verì, «e faremo il possibile anche con i colleghi dell’opposizione per capire se esiste un altro metodo per evitare l’introduzione di questi ticket».
«Il ministero ci ha richiamato all’applicazione dei ticket ma è una cosa che possiamo riorganizzare», commenta cauto Redigolo, «è una legge nazionale. Per le attività socio sanitarie in altre Regioni si è strutturata una sinergia di intervento a sostegno dei disabili unendo la contribuzione del servizio sanitario nazionale, quella dei Comuni e quella regionale per le politiche socio-sanitarie. Si tratta di un bilancio a parte dove si attingono fondi per i pazienti che hanno bisogno di queste cure. Questo viene fatto tranquillamente altrove e si può fare anche in Abruzzo. Si tratta di discuterne e trovare le forme di collaborazione. La disabilità ha una valenza sociale, ora bisogna stabilire la quota a carico della Regione, dei Comuni e delle famiglie. L’Abruzzo», fa presente Redigolo, «si deve allineare allo standard di assistenza nazionale e penso che abbia tutte le capacità per promuovere una sanità di qualità e senza sprechi».
Su cosa bisogna fare per cercare di ridurre le spese a carico delle famiglie il Commissario ha una sua idea. «Ci si siede attorno al tavolo con l’obiettivo di dare il massimo aiuto a quelle persone che hanno problemi di disabilità. Credo che si troverà una soluzione che non pesi sulle famiglie». Se Redigolo nutre un filo di ottimismo, Nicoletta Verì presidente della Commissione regionale sanità è pessimista ma pronta a dare battaglia. «Stiamo parlando di invalidi che dovrebbero avere una assistenza garantita», osserva Verì, «sappiamo che la legge è precisa e stabilisce che si tratta di prestazioni sanitarie e che vanno pagate ma, lo ripeto, parliamo di persone con disabilità fisiche, psichiche e sensoriali gravi che hanno bisogno di terapie in regime residenziale e semiresidenziale.
Io sono dell’avviso che essendo prestazioni sanitarie gli invalidi dovrebbero avere una esenzione dai ticket. Oggi terrò la riunione della Commissione regionale», conclude Nicoletta Verì, «e faremo il possibile anche con i colleghi dell’opposizione per capire se esiste un altro metodo per evitare l’introduzione di questi ticket».