CORONAVIRUS
Riaprono gli stadi, ma per ora solo in Serie A. L'Abruzzo vuole invece tutti e subito
Il presidente Marsilio indica la partita Castel di Sangro-Napoli (1.500 spettatori) come modello da adottare e prepara l'ordinanza. Anche Gravina (Figc) si schiera
ROMA. Da domani stadi aperti per tutte le partite di serie A, per un massimo di ingressi di mille persone sugli spalti. È quanto stabilito in via sperimentale durante un incontro organizzato dal ministro Boccia, che ha convocato il presidente della conferenza delle Regioni Bonaccini, in presenza dei ministri Speranza e Spadafora. Ma si lavora anche, da qui al 7 ottobre, per dare un contributo condiviso tra governo e regioni in vista del prossimo dpcm, anche in base alle valutazioni di Salute e Cts della curva epidemiologica, per definire una percentuale di ingresso che tenga conto della capienza degli impianti per ogni disciplina sportiva.
Già da lunedì prossimo si lavorerà, sempre secondo quanto si è appreso, anche per applicare le stesse misure negli stadi per le partite di serie B e C. Restano ferme le disposizioni sulla sicurezza come il distanziamento, l'utilizzo delle mascherine e il controllo della temperatura con termoscanner.
La notizia dell'apertura limitata degli stadi in via sperimentale solo in Serie A ha suscitato immedate reazioni. Fra di esse quella del presidente della regione Abruzzo Marco Marsilio che dopo una riunione Stato-Regioni ha in una nota criticato la scelta ritenendola discriminatoria e penalizzante per le serie e gli sport minori, "che sono proprio quelli che hanno maggior bisogno di avere il pubblico pagante, essendo l’unico sostanziale introito della società".
Per Marsilio il modello da seguire è quello che è stato già tracciato quando la Regione diede il via libera all'ingresso degli spettatori (1.000 poi portati a 1.500) in occasione dell'amichevole Castel di Sangro-Napoli durante il ritiro della squadra partenopea in Abruzzo: "Lunedì mi confronterò in giunta con i colleghi assessori, per assumere una decisione sull’ordinanza che, nel frattempo, gli uffici competenti stanno predisponendo sull’onda delle due ordinanze già adottate per consentire la presenza del pubblico durante il ritiro del Napoli", spiega in una nota. "Un esperimento – il primo in Italia e tra i primi in Europa – che a distanza di 2-3 settimane possiamo considerare perfettamente riuscito anche sotto il profilo sanitario, non essendosi registrati casi di contagio riconducibili all’evento. Francamente, non c’è una ragione per cui dovremmo attendere gli ‘esperimenti’ delle società di serie A delle altre Regioni per decidere se andare avanti o no".
E più o meno in linea con Marsilio si è espresso il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina: «L'apertura degli stadi al pubblico è una bella notizia, ma il fatto che il via libera sia arrivato solo per la Serie A, e non per gli altri campionati professionistici, mi lascia perplesso. I protocolli di sicurezza sono i medesimi in tutte e tre le serie professionistiche, così come lo devono essere le regole per il distanziamento, quindi anche su questo tema ci deve essere lo stesso trattamento. Nei mesi difficili del Covid, il calcio tutto ha dimostrato grande responsabilità. Sono convinto che verrà preso il medesimo provvedimento prima dell'avvio ufficiale dell'attività della B e della C, previsto per il prossimo fine settimana».
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