ANCONA
Traffico illecito di rifiuti, indagate aziende abruzzesi
Inchiesta dell'Antimafia: terre, rocce di scavo e materiali da demolizione in due impianti di recupero di una società con sede nel comune di Castelbellino
ANCONA. Aziende abruzzesi indagate dalla Procura distrettuale Antimafia per traffico illecito di rifiuti. Scoperti migliaia di trasporti irregolari e conferimento di rifiuti speciali non pericolosi, costituiti da terre e rocce di scavo e rifiuti da demolizione presso due impianti di recupero di una società con sede nel comune di Castelbellino (Ancona), avvenuti senza formulario di trasporto o con formulario incompleto o inesatto.
Lo hanno riscontrato i carabinieri Forestali di varie Stazioni dell'Anconetano (Jesi, San Marcello, Senigallia, Genga Frasassi e Conero). I militari hanno notificato oltre 4.300 processi verbali relativi a illeciti amministrativi per un importo complessivo pari ad euro 14.632.858. I verbali sono scattati nei confronti di 188 società con sede legale in 17 provincie nelle regioni Marche, Abruzzo, Emilia Romagna, Lombardia, Puglia, Campania, Umbria e Lazio.
Gli illeciti riscontrati riguardano migliaia di trasporti. I presunti conferimenti illegali sono stati accertati nell'ambito dell'indagine "Fango & Cash", diretta dalla Procura distrettuale Antimafia di Ancona. Il reato contestato è di attività organizzata per traffici illeciti; secondo gli inquirenti sono stati effuati traffici illeciti per 640mila tonnellate di rifiuti a seguito dei quali lo scorso 10 marzo erano state eseguite 5 misure cautelari personali e reali disposte dal gip di Ancona - due agli arresti domiciliari - e quattro società.