Venerdì i marinai in Italia

Segreto di Stato, imposto il silenzio totale sul rapimento

ROMA. Il no al pagamento del riscatto è categorico, ma i dubbi restano. Sostenere come il ministro Franco Frattini che «i pirati si sono ritirati» lascia perplessi. Ma intanto arriva la notizia che i marittimi italiani ostaggio dei pirati somali per 4 mesi venerdì saranno finalmente a casa.

Sarà difficile arrivare a una verità incontrovertibile sul pagamento del riscatto, anche per il segreto di Stato che avvolge l’assalto per il sequestro, la prigionia e la liberazione dell’equipaggio del rimorchiatore d’altura Buccaneer, Bucaniere, della società Micoperi, sede operativa a Ortona. Sedici marittimi (10 italiani, di cui 3 abruzzesi, un croato e 5 romeni) presi in ostaggio la mattina dell’11 aprile da una banda di pirati somali armati, ex pescatori, al largo della Somalia, nel golfo di Aden, e liberati domenica sera dopo 4 mesi di stenti, privazioni, sofferenze, un pugno di riso e poca acqua, minacce di morte, spari in aria, ma talvolta anche ad altezza d’uomo, “penultimatum”.

Ma i pirati sono moderni, conoscono le regole della comunicazione e ieri l’altro hanno fatto sapere di aver incassato un riscatto di 5 milioni di dollari, che sarebbe stato versato la sera di sabato con una valigia diplomatica. Tutto falso, per ministero e Micoperi. Tuttavia il ministro Frattini al Corriere della sera ha dovuto ammettere, con una risposta in politichese, che per ottenere il rilascio degli ostaggi e della nave «ci siamo impegnati a fornire al governo somalo strumenti per affrontare alla radice il problema pirateria: programmi di cooperazione, mezzi per la polizia, istruire somali a Genova su come pattugliare il mare. Abbiamo offerto al governo un contributo a risolvere il problema, non trattato con i pirati».

Intanto vige la rigida consegna del silenzio, nessuno dei 16 marittimi è autorizzato a parlare, anzi. Neppure il comandante, l’ortonese Mario Iarlori. Nessuna notizia. Il viaggio della Buccaneer verso il porto di Gibuti è stato punteggiato da telefonate con i familiari, ma per pochi minuti. Agli estranei, come i giornalisti, solo un saluto e poco più. Nel Buccaneer saccheggiato dai pirati, che hanno portato via tutto il possibile, i marittimi hanno festeggiato. Esaurita l’euforia per la liberazione, lunedì hanno passato il giorno a ritemprarsi e a visitare e curare dall’equipe medica salita a bordo con gli incursori della marina italiana e del governo provvisorio somalo. E poi canti e balli per tutta la notte, ha raccontato alla madre, Patrizia De Simone, il giovane di Torre del Greco Giovanni Vollaro.

«Hanno approfittato dei viveri portati dalla nave militare arrivata dall’Italia», ha raccontato la signora, «e con i militari hanno abbozzato i primi festeggiamenti, brindando con l’acqua finalmente pulita dopo essere stati costretti per settimane a bere acqua poco limpida. Contano di essere a casa al massimo per Ferragosto, ma adesso prendono il sole sulla nave».

Infine l’annuncio di Silvio Bartolotti, general manager della Micoperi: venerdì 14 il rientro in Italia dei 16 marinai che partiranno, con un aereo militare, da Gibuti. Li accompagnerà anche Bartolotti, che stamane prenderà un volo militare per raggiungere il Paese sul Mar Rosso. Con l’imprenditore ravennate, oltre a capi di abbigliamento e materiale per il rimorchiatore, ci sarà anche un nuovo equipaggio di 9 uomini. Saranno questi, con altri che arriveranno poi a Gibuti, a portare in Italia il Buccaneer dopo una revisione per il ripristino della perfetta funzionalità. Il rimorchiatore dovrebbe arrivare a Ortona, base logistica dell’armatore, all’inizio di settembre.

(f.ci.)