I giovani violenti e le colpe dei genitori
Non è un periodo facile per la scuola: genitori che aggrediscono docenti, studenti che litigano e che si accoltellano o si prendono a pugni per gioco
Non è un periodo facile per la scuola. Genitori che aggrediscono docenti, studenti che litigano e coltelli che spuntano, come a Giulianova l'altro giorno. Non meno grave l'episodio avvenuto nella palestra di un istituto di Cepagatti: ragazzi che si prendono a pugni per gioco e uno di loro finisce in ospedale con la milza rotta. In questo violento circo che sta diventando il mondo dell'istruzione c'è un comune denominatore: i genitori, ossia la famiglia. Eh sì, perché i genitori sono colpevoli quando si vestono da delinquenti e fanno irruzione a scuola con l'intenzione di far pagare ai professori un rimprovero agli alunni indisciplinati. E colpevoli sono i genitori anche quando i loro figli manifestano comportamenti aggressivi.
C'è un degrado educativo impressionante, i giovani crescono in famiglie povere di valori, in cui prevale una mentalità completamente sballata, ossia la legge del più forte. E' mai possibile che non si riesca a insegnare ai proprio figli che il dialogo è più importante della forza fisica, che va rifiutata qualsiasi forma di violenza, soprattutto nel rapporto con i propri coetanei? Chi esibisce un coltello a scuola, di certo nel resto della giornata non sarà un santo, e allora viene da chiedersi: come può un genitore non coglierne il carattere aggressivo e non cercare di aiutarlo? Ma di cosa si parla quando si è riuniti tra le mura di casa?
Una volta le famiglie erano un contenitore di valori basilari e di regole, pur senza pay-tv e smartphone: adesso, in questa società che va controsenso, un adolescente che riceve l'educazione giusta e sfodera linguaggi e modi garbati viene visto quasi come un extraterrestre.
Che cosa fare? Bisogna partire dal risanamento dei contesti familiari per provare ad aiutare i ragazzi. Una famiglia che non funziona indebolisce anche la scuola, perché oggi i docenti non hanno le risorse per sostituirsi ai genitori, ma hanno bisogno della loro collaborazione per formare i giovani.
C'è un degrado educativo impressionante, i giovani crescono in famiglie povere di valori, in cui prevale una mentalità completamente sballata, ossia la legge del più forte. E' mai possibile che non si riesca a insegnare ai proprio figli che il dialogo è più importante della forza fisica, che va rifiutata qualsiasi forma di violenza, soprattutto nel rapporto con i propri coetanei? Chi esibisce un coltello a scuola, di certo nel resto della giornata non sarà un santo, e allora viene da chiedersi: come può un genitore non coglierne il carattere aggressivo e non cercare di aiutarlo? Ma di cosa si parla quando si è riuniti tra le mura di casa?
Una volta le famiglie erano un contenitore di valori basilari e di regole, pur senza pay-tv e smartphone: adesso, in questa società che va controsenso, un adolescente che riceve l'educazione giusta e sfodera linguaggi e modi garbati viene visto quasi come un extraterrestre.
Che cosa fare? Bisogna partire dal risanamento dei contesti familiari per provare ad aiutare i ragazzi. Una famiglia che non funziona indebolisce anche la scuola, perché oggi i docenti non hanno le risorse per sostituirsi ai genitori, ma hanno bisogno della loro collaborazione per formare i giovani.