Gentiloni: «Servono altri fondi Ue»
Per sostenere i cambiamenti per difesa ed energia, spunta il Recovery di guerra
BRUXELLES . Nuovo debito comune per imboccare la strada dell'autonomia strategica nei settori dell'energia e della difesa. Messa dalla guerra della Russia contro l'Ucraina di fronte a un bivio storico per il suo futuro, l'Europa sta lentamente facendo maturare l'idea di una nuova svolta comune in campo economico. In altre parole, un Recovery fund di guerra.
E chi non si nasconde è il responsabile dell'Economia europea, Paolo Gentiloni, che da una conferenza a Bucarest, non molto lontano dalla linea di confine ucraina, è tornato alla carica. Il finanziamento degli «ingenti investimenti» per «la difesa» e «la transizione verde» che l'Ue è chiamata ad affrontare, ha avvertito, «richiederà un quadro di sostegno delle regole di bilancio e potenziali nuovi meccanismi di finanziamento congiunto a livello europeo».
Se è vero che l'offensiva di Putin non ha fatto altro che «ritorcersi» contro di lui perché ieri l'Ue, ha rivendicato l'ex premier italiano, «è più unita che mai». Il punto da cui partire è proprio che lo shock dell'invasione dell'Ucraina ha cambiato tutto. La sicurezza europea - militare, energetica ed economica - non può più essere data per scontata. E anche nel ciclo del credito, complici il caro prezzi, le pressioni inflazionistiche e le interruzioni nelle catene di valore, si è arrivati a un punto di svolta che Standard & Poor's ha indicato in maniera netta, spiegando che nei prossimi mesi in Europa è atteso un deterioramento delle prospettive con «un inasprimento delle condizioni di finanziamento e un tasso di default in rialzo verso il 2,5% entro la fine dell'anno».
Immaginare di scacciare lo spettro della recessione con i soli bilanci nazionali appare impossibile, specie per chi ha già un rapporto debito-Pil ben al di sopra del 100% come l'Italia, la Francia e la Spagna, solo per citarne alcuni - e l'indiziato numero uno a guidare la corsa verso il nuovo debito comune è il presidente francese, Emmanuel Macron, favorito dai sondaggi per l'Eliseo e che potrebbe trarre nuova linfa dalla rielezione.
Già due settimane fa a Versailles era stato lui a uscire allo scoperto, chiedendo a gran voce «decisioni strategiche» per la difesa e per rompere la dipendenza energetica dalla Russia, da accompagnare poi «ai fatti» con un Recovery di guerra. Fatti che, per arrivare, hanno bisogno di tempo e di un lavoro, per ora portato avanti sottotraccia nei palazzi delle istituzioni Ue, per vincere le resistenze della Germania e dei falchi del Nord.