I gesti bianchi della vita secondo Clerici
Gianni Clerici ha compiuto 90 anni ieri. È una fortuna averlo ancora con noi, Clerici, lombardo di Como, ex giocatore di tennis, lo sport al quale ha dedicato gran parte della sua vita di scrittore e di giornalista. La fortuna sta nel fatto che Clerici è uno dei più grandi scrittori italiani; e, come giornalista, è la prova che la grandezza in questo strano mestiere dipende non tanto dai fatti ma dal modo di raccontare quei fatti. Il tocco di Clerici nella scrittura somiglia a quello liftato di certi suoi eroi dai “gesti bianchi”. Dovunque si soffermi lo sguardo del lettore, i pezzi di Clerici riservano delizie. Come per esempio questa voleè contenuta in un articolo del 1997 per Repubblica: «Alcuni tennisti immortali hanno iniziato giocando al benedetto battimuro. Ha cominciato così René Lacoste, quello del coccodrilletto, e ci giocava tanto che suo papà doveva fargli intonacare il muro ad ogni stagione». Per Clerici, il campo da tennis è un palcoscenico sul quale si recita il teatro della vita. Quanto ai desideri, quelli sono distanti dalla rete che separa i due contendenti di quel gioco a volte leale, spesso spietato. Sono annidati, lì fuori, nel passato. Lo ha confessato lui stesso al Venerdì di Repubblica: «Vorrei poter tornare sulla spiaggia di Alassio degli anni Trenta, rituffarmi in quel mare una seconda volta e provare la gioia di allora e il cuore in gola».
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