L'editoriale: auguri all'Abruzzo che lotta
Un pensiero per le categorie più deboli, ai disoccupati, a chi è solo. E in particolare verso coloro che soffrono a causa di una società che funziona al contrario
Il clima di festa solitamente induce a guardare al futuro con un pizzico di serenità e di ottimismo in più e ad avere un pensiero particolare per le categorie più deboli, per chi soffre, per chi lotta contro brutte malattie, per gli anziani soli, per i disoccupati. E per tutte le vittime di una società sempre più violenta. In questa ottica un augurio speciale merita Domenico Iezzi, il cui nome magari non dice granché, ma la cui disavventura deve far riflettere non poco. Sto parlando del titolare di un minimarket di San Vito Chietino, picchiato e rapinato da quattro malviventi: al termine dell'assalto gli è stato tagliato un dito. Minuti di terrore, di paura, di sofferenza: lo hanno picchiato selvaggiamente, torturato e mutilato. E’ riuscito a salvare la pelle per miracolo, il povero commerciante. Una storia assurda, sul nostro territorio, che deve scuotere le coscienze, senza essere catalogata come una semplice brutta pagina di cronaca. In tanti si chiedono: ma le istituzioni dove sono? Perché non proviamo a difendere con maggiore forza chi per portare la pagnotta a casa sta in piedi nel negozio dieci ore e anche più al giorno? Bisogna raddoppiare i controlli come ha invocato il procuratore capo di Lanciano, Mirvana Di Serio, più telecamere, più posti di blocco: quelle belve vanno prese e messe nella condizione di non colpire più. Chi ha il dovere di garantire la sicurezza deve intervenire con fermezza e trasmettere messaggi rassicuranti ai cittadini. Chi rappresenta le istituzioni non può abbandonare Domenico Iezzi nel suo letto di dolore: il sindaco e tutti gli altri in che modo gli hanno mostrato vicinanza e solidarietà? In che mondo viviamo se diventa sempre diffusa la sensazione di impunità? Dobbiamo porci queste domande e soprattutto dovremmo cercare di darci qualche risposta concreta.
Buona Pasqua ai nostri lettori, in particolare a quelli che soffrono a causa di una società che funziona al contrario.