La politica italiana dà l’addio a Marini: «Un uomo onesto» / VIDEO
Da Mattarella a Casellati e Fico: le più alte cariche dello Stato alla camera ardente a Roma. Stamane i funerali nella chiesa di San Roberto Ballarmino
L’AQUILA. Il cappello da alpino posato sulla bara, simbolo di fiera appartenenza e legame indissolubile con le sue montagne. Lì dov’era nato, nel cuore dell’Abruzzo, a San Pio delle Camere, piccolo centro della provincia dell’Aquila.
Commozione e ricordo, gratitudine e affetto per l’ultimo saluto all’ex presidente del Senato, Franco Marini, nella camera ardente allestita nella clinica romana Villa Mafalda, dove “il lupo marsicano”, così soprannominato per la tempra tenace e il carattere volitivo, si è spento martedì all’età di 87 anni, dopo un ricovero a causa del Covid-19. Per l’intera giornata di ieri rappresentanti del Governo, politici di lungo corso, esponenti della Cisl, il sindacato di cui Marini è stato segretario generale, e i più stretti collaboratori, che hanno condiviso con lui lunghi tratti del percorso politico, si sono alternati in un silenzioso e composto abbraccio collettivo «all’uomo delle istituzioni». Tra i primi ad arrivare, alle 10, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Presenti anche l’abruzzese Giovanni Legnini, attuale commissario per la ricostruzione del Centro Italia, il presidente della Camera, Roberto Fico, Massimo D’Alema e Pier Luigi Bersani.
L’ULTIMO SALUTO
I funerali sono stati celebrati questa mattina, alle 11, nella chiesa di San Roberto Ballarmino, nel quartiere Parioli, a Roma, dove Marini viveva. La cerimonia, in forma strettamente privata, officiata dal vescovo di Rieti, Domenico Pompili. Marini verrà sepolto a San Pio delle Camere, nella tomba di famiglia, accanto alla moglie Luisa D’Orazi, venuta a mancare nel 2012. Dopo la funzione religiosa il feretro raggiungerà il paese di origine dell’ex senatore dove una tromba alpina suonerà il silenzio.
IL PRESIDENTE MATTARELLA
Il capo dello Stato, Sergio Mattarella, è arrivato subito dopo le 10, all’apertura della camera ardente, per rendere omaggio «a un uomo che è stato esempio di un impegno politico onesto e autentico». Nella sala allestita nella clinica privata nel quartiere Parioli, il presidente della Repubblica ha preceduto di una manciata di minuti il segretario nazionale del Pd, Nicola Zingaretti. Alla spicciolata sono arrivati i ministri Dario Franceschini, Andrea Orlando e Roberto Gualtieri, l’ex segretario della Cgil, Guglielmo Epifani, l’ex ministro del Lavoro, Tiziano Treu. Davanti all’ingresso di via Monte di Gioia, sotto una pioggia battente, anche tanta gente comune, segno di quanto Marini incarnasse «il sindacalista dei lavoratori, l’uomo del popolo».
FOLLA DI POLITICI
Alla camera ardente, per porgere un ultimo saluto all’ex presidente del Senato, anche il deputato abruzzese di Italia Viva, Camillo D’Alessandro, “figlioccio” di Marini, che ha condiviso con lui buona parte della sua carriera, accompagnato dal vice presidente della Camera dei deputati, Ettore Rosato. «Un uomo diretto e pratico», le parole di Treu, «dai grandi ideali. Sentiremo la sua mancanza».
Così lo ha ricordato la presidente del Senato, Elisabetta Casellati: «Un politico di grande spessore morale nella storia della democrazia».
«Una grande personalità, prima ancora che leader politico, sindacalista e uomo di governo. Era una persona molto coraggiosa: la fronte sempre alta, un occhio acutissimo, un’intelligenza molto vivace, la capacità di andare subito al centro delle questioni, la fermezza sui principi», ha detto il senatore del Pd, Luigi Zanda.
IL MESSAGGIO DI RENZI
«Se ne è andato un sindacalista, politico, uomo delle istituzioni, uomo di partito», ha scritto Matteo Renzi nell’Enews, «ma è stato anche e soprattutto una persona con cui si poteva discutere a viso aperto. Nel 2013, fui tra quelli che lottavano contro la sua candidatura alla presidenza della Repubblica. Scrissi una lettera molto dura. Marini replicò con altrettanta durezza. E ricordo che quando lo incontrai di nuovo, dopo il fallimento della sua candidatura, provai un leggero imbarazzo. Ma lui mi venne incontro e ci scherzò sopra perché per lui la politica non era guerra personale. L’idea che uno come Marini, contro il quale mi ero speso in modo pubblico e fortissimo, mantenesse un rapporto umano e anzi addirittura accettasse di collaborare con me sia al partito che al Governo, è stata per me una grande lezione di vita. Grazie Franco. Che la terra del tuo Abruzzo ti sia lieve».
DALL’ABRUZZO
Una delegazione del comune di San Pio ha raggiunto la camera ardente, insieme agli amici di sempre di Marini. Anche il sindacato Acli Abruzzo, con il presidente Giuseppe Placidi, ha voluto ricordare «un uomo di azione che si è sempre speso a tutela degli altri. Da ministro del Lavoro la sua politica è stata rivolta agli interessi degli ultimi. L’Abruzzo può dirsi fiero ed orgoglioso di aver dato i natali a un politico di così grande valore».
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