Mirco, Francesca e la scommessa del bene
Quando la sventura offusca il cielo della vita, la speranza del bene sembra scomparire dall’orizzonte. La tragedia dell’epidemia rischia di farci dimenticare che il bene cammina per sentieri nascosti mentre il male sembra protagonista della shakespeariana favola «piena di rumore e di furore, che non significa nulla» in cui si è tramutata la nostra vita. Ma ora ad ammonirci della silenziosa persistenza del bene sono, per esempio, i 25 attestati di Alfieri della Repubblica conferiti, ieri, dal presidente Sergio Mattarella a giovani che si sono distinti come «costruttori di comunità attraverso la loro testimonianza, il loro impegno, le loro azioni coraggiose e solidali». Ci sono anche due ragazzi abruzzesi fra i premiati: Mirco Frattura, un 15enne aquilano, premiato «per la passione educativa e la capacità di mettersi in gioco, organizzando sport e laboratori per i più piccoli»; e Francesca Nardangeli, 18 anni, di Castelli che si è distinta per «il generoso impegno in favore della sua comunità, per il contributo alla resilienza dopo gli eventi sismici del 2016 e 2017». La fase 2 del simulacro di vita in cui siamo, da due mesi, immersi forse dovrebbe cominciare proprio da ragazzi come Mirco e Francesca e dalla loro silenziosa scommessa sul mistero del bene.
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