Multa di 5 milioni ad Autostrade per il traffico-caos sull'A14. Immediata la replica
Sanzione dell'Antitrust per pratica commerciale scorretta: "Non ha ridotto i pedaggi nei tratti interessati da lunghe code e tempi di percorrenza elevati a seguito delle gravi carenze di gestione e manutenzione". La versione e la risposta della società
PESCARA. L'Antitrust ha sanzionato con una multa da 5 milioni di euro Autostrade per l'Italia S.p.A. (Aspi) per pratica commerciale scorretta. Secondo l'Autorità, la società «non ha adeguato né ridotto il pedaggio nei tratti in cui si registrano critiche e persistenti condizioni di fruibilità del servizio autostradale con lunghe code e tempi di percorrenza elevati, causati dalle gravi carenze da parte della società nella gestione e nella manutenzione delle infrastrutture che hanno richiesto interventi straordinari per la messa in sicurezza». E fra i tratti autostradali gestiti da Aspi nei quali è stata rilevata l'irregolarità c'è proprio quello abruzzese-marchigiano dell'A14 Bologna-Taranto quando l'anno scorso e due anni fa si formavano interminabili code generando polemiche e proteste a causa dei continui salti di corsia, interruzioni, e deviazioni sulla Statale.
Aspi avviò a seguito proprio delle polemiche, la procedura per i rimborsi per quanti percorrevano il tratto abruzzese, ma l'Agcm ha rilevato che sono risultate inadeguate le modalità informative sulle eventuali procedure di rimborso, come emerso in relazione all'Autostrada A/14 Bologna-Taranto: «Le informazioni fornite sono rivelate omissive, inadeguate, intempestive, insufficienti quanto al modo di diffusione e non idonee a compensare i disagi arrecati agli utenti».
Le altre tratte autostradali per le quali l'Antitrust hrilevata la pratica commerciale scorretta sono: A/16 Napoli-Canosa, A/26 Genova Voltri-Gravellona Toce e, per le parti di sua competenza, A/7 Milano-Serravalle-Genova, A/10 Genova-Savona-Ventimiglia e A/12 Genova-Rosignano. In particolare, spiega una nota, l'Autorità ha appurato una consistente riduzione delle corsie di marcia e/o specifiche limitazioni, per lunghi tratti, della velocità massima consentita. Ciò ha comportato «un notevole disservizio e un forte disagio ai consumatori in termini di code, di rallentamenti e quindi di tempi di percorrenza molto più elevati, senza prevedere un adeguamento o una riduzione dell'importo richiesto a titolo di pedaggio ai consumatori».
Secondo l'Autorità gli elementi raccolti hanno evidenziato che, negli ultimi due anni, i tratti autostradali in questione sono stati spesso interessati da consistenti disagi nella viabilità e nella regolare fluidità della circolazione, a causa di gravi carenze da parte della società nella gestione e nella manutenzione delle infrastrutture ad essa affidate in concessione e ai conseguenti massicci interventi di manutenzione straordinaria e di messa in sicurezza di numerose tratte autostradali. I disagi si sono verificati, in particolare, nell'area ligure e abruzzese-marchigiana, determinando altresì gravi danni all'economia, soprattutto nei settori secondario e terziario e alle imprese di trasporto, per i maggiori tempi di percorrenza degli operatori e i riflessi sulle imprese destinatarie delle merci.
Per l’Antitrust «quel che accade è pienamente ascrivibile alla responsabilità di ASPI e integra una pratica commerciale scorretta in violazione degli articoli 20, 22, 24 e 25 del Codice del Consumo. Per questo l’Autorità ha applicato una sanzione - pari al massimo edittale - di 5 milioni di euro. Autostrade per l’Italia S.p.A. dovrà anche pubblicare un estratto del provvedimento sul proprio sito internet e su uno dei quotidiani a maggiore tiratura nazionale».
LA REPLICA DI AUTOSTRADE:
La concessionaria ha successivamente diffuso una nota nella quale spiega di essere stata l’unica concessionaria italiana ad avere attuato iniziative di azzeramento o riduzione dei pedaggi, proprio per lenire i disagi degli automobilisti in alcune particolari tratte oggetto di cantierizzazione (allora presenti in A10, A7, A12, A26 e in A16 e A14). "Tale riduzione - del tutto volontaria, non vigendo alcun vincolo di legge o concessorio in tal senso – ha comportato finora minori introiti per 77 milioni di euro".
ASPI inoltre sostiene di avere tempestivamente provveduto a fornire la massima informazione possibile all’utenza sulle agevolazioni introdotte e su percorsi alternativi, "attivando tutti i canali e gli strumenti a disposizione, come è facilmente verificabile mediante una semplice ricerca su Internet". La società, dunque, si trova oggi paradossalmente sanzionata dall’Antitrust proprio per aver introdotto per prima agevolazioni tariffarie. Scendendo nel particolare, Aspi aggiunge: "I due specifici interventi di cantierizzazione a cui fa riferimento l’Antitrust derivano da situazioni assolutamente eccezionali. Nel caso della A16 e A14, si ricorda che le limitazioni di carreggiata furono introdotte nel 2019 da provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria sulle barriere bordo ponte di un numero limitato di viadotti. ASPI presentò prontamente all’Autorità Giudiziaria e al Ministero i progetti di sostituzione delle barriere, con cantierizzazioni che consentissero il regolare transito su due corsie. Tali istanze furono accolte a maggio del 2020 e la società attivò immediatamente i cantieri per la sostituzione".