Papa Francesco, quadro complesso: si allungano i tempi del ricovero
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Dopo l’ultimo bollettino che segnalava un accenno di ripresa, con il Santo Padre che ha preso il caffè e letto i quotidiani, senza nuove crisi ma con la prognosi ancora riservata, lo pneumologo Stefano Nardini spiega: «Potrebbe servire almeno un’altra settimana per sciogliere la prognosi»
ROMA. La sala stampa della Santa Sede ha riferito che la notte è trascorsa tranquilla per il Papa. Oggi ha fatto colazione, bevuto il caffè e poi si è dedicato alla lettura dei quotidiani. Una buona notizia dopo l’allarme di ieri, rientrato nel giro di poche ore, per un attacco di broncospasmo che aveva richiesto l’intervento urgente dei medici. La prognosi resta comunque riservata e il quadro resta complesso, fanno sapere dalla sala stampa vaticana, ma la notte trascorsa serenamente fa sperare in un segnale di ripresa, mentre fuori dal Gemelli e nel resto del mondo i fedeli continuano a pregare.
AGGIORNAMENTO: La crisi di ieri del Papa allunga i tempi per le dimissioni. In una situazione come questa, con un quadro clinico simile, per poter sciogliere la prognosi potrebbe servire almeno una settimana e un paio di mesi per il pieno recupero respiratorio. A spiegare quale può essere il percorso futuro, se tutto dovesse procedere per il meglio, in un paziente nelle condizioni del Papa, è Stefano Nardini, ex presidente della Società italiana di Pneumologia. «I tempi si allungano per il ricovero, in questa situazione è utile una ventilazione non invasiva con una mascherina con ossigeno e pressione aumentata. Ma - ha aggiunto - potrebbe servire minimo una settimana per sciogliere la prognosi. Una volta sciolta bisognerà poi decidere un percorso terapeutico e allora saranno più chiari i tempi per una eventuale dimissione. Ma per tornare nelle condizioni di pieno recupero respiratorio serviranno almeno un paio di mesi».