Premi Nobel, il lavoro oscuro della civiltà

2 Ottobre 2018

Di questi tempi, ogni anno, i giornali onorano con articoli e fotografie economisti, medici, fisici: quasi sempre persone sconosciute alle quali l’assegnazione del Premio Nobel regala una giornata di notorietà. Questa stagione è iniziata, ieri, con il riconoscimento per la medicina che è andato all'immunologo americano James Allison e al giapponese Tasuku Honjo, per la scoperta della terapia del cancro per inibizione della regolazione immuno-negativa. I due studiosi, spiegano quelli dell’Accademia reale svedese delle scienze, «hanno capito che si può stimolare il sistema immunitario per attaccare le cellule tumorali, un meccanismo di terapia assolutamente nuovo nella lotta ad un tipo di malattia che uccide ogni anno milioni di persone e che costituisce una delle più gravi minacce alla salute dell'umanità». Secondo l’Accademia, le terapie dei due studiosi hanno rivelato una sorprendente efficacia nella lotta al cancro. Ciò che colpisce chi di ricerca scientifica ne sa poco o nulla è il fatto che esistono ancora persone che lavorano lontane dai riflettori di una notorietà che ormai non si nega quasi più a nessuno. E lo fanno, spesso, senza avere la certezza di venire a capo di alcunché, spinte solo dal desiderio del lavoro ben fatto, un sentimento oggi sottovalutato ma che resta il motore oscuro della civiltà.
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