TODAY
1° ottobre
Oggi, ma nel 1959, a Torre del Greco, in provincia di Napoli, moriva, a 82 anni, per cause naturali, Enrico De Nicola (nella foto, particolare del francobollo commemorativo, del valore di 1,10 euro, emesso, in 600mila esemplari, da Poste italiane e ministero dello Sviluppo economico, in occasione del 60° anniversario della scomparsa, l’1 ottobre 2019), considerato tra i maggiori rappresentanti della storia istituzionale del Belpaese.
Napoletano, classe 1877, era stato capo provvisorio dello Stato, dall’1 luglio 1946 al 31 dicembre 1947, eletto dall’Assemblea costituente, il 28 giugno 1946, con 396 voti su 501 votanti e 573 aventi diritto, pari al 69,1 per cento di gradimento. Quindi era transitato nel ruolo di primo presidente della Repubblica italiana, dall’1 gennaio 1948 al 12 maggio successivo, per lasciare, proprio quel giorno, l’incarico a Luigi Einaudi, che lo manterrà fino all’11 maggio 1955. Di formazione avvocato, De Nicola era stato deputato per quattro legislature, dal 24 marzo 1909 al 25 gennaio 1924, nel gruppo parlamentare di Democrazia liberale. Era stato presidente della Camera, dal 26 giugno 1920, quindi era in quella veste anche il 16 novembre 1922, ovvero il giorno in cui Benito Mussolini aveva pronunciato il cosiddetto discorso del bivacco, l’esordio da presidente del consiglio dei ministri.
Eletto nel listone fascista nelle controverse consultazioni con le urne del 6 aprile 1924, quelle avvenute tra violenze squadriste e con la legge elettorale promossa dall’abruzzese Giacomo Acerbo, aveva preferito ritirarsi momentaneamente dalla politica attiva, tornando nel suo studio legale nel quale aveva come collaboratore anche l’avvocato Giovanni Leone, futuro sesto presidente della Repubblica, dal 29 dicembre 1971 al 15 giugno 1978. Poi De Nicola era tornato come senatore del regno, dal 2 marzo 1929 al 25 luglio 1943, ma di fatto con una partecipazione sporadica ai lavori dell’assise. Come presidente della Repubblica, quello che passerà alla storia popolare anche per l’austerità e per dettagli d’onestà come il famigerato cappotto rivoltato, aveva preferito, data la transitorietà del suo incarico, non insediarsi al Quirinale, ma alloggiare a Palazzo Giustiniani. Aveva inoltre rifiutato l’indennità di carica, di 12 milioni mensili.
Durante il suo mandato aveva conferito l’incarico di formare un governo solo una volta, al notabile democristiano Alcide De Gasperi. Il 27 dicembre 1947 aveva firmato la Costituzione. Conclusa l’esperienza da presidente della Repubblica era divenuto senatore a vita, dal 12 maggio 1948 all’1 ottobre 1959. Era stato anche presidente del Senato, dal 28 aprile 1951 al 24 giugno 1952. Ed era stato anche primo presidente della Corte costituzionale, dal 23 gennaio 1956 al 26 marzo 1957, prima di affidare, il 6 marzo 1957, l’incarico al successore Gaetano Azzariti, che lo manterrà fino al 5 gennaio 1961.