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11 settembre

Oggi, ma nel 1978, in tutta Italia, veniva introdotto il ticket sanitario sui medicinali, ovvero il pagamento del prezzo, benché in forma ridotta, rispetto all’esenzione totale.

Il provvedimento da parte del Ministero della Salute, guidato da Tina Anselmi, nel governo presieduto da Giulio Andreotti, aveva come proposito quello di scoraggiare almeno 100 miliardi di lire di farmaci e visite inutili fino a quel momento a carico della “mutua”. Poi la legge 23 dicembre 1978, numero 833 sull’’istituzione del Servizio sanitario nazionale, in ottemperanza all’articolo 32 della Costituzione, secondo il quale la Repubblica tutelava la salute come fondamentale diritto dell’individuo ed interesse della collettività e garantiva cure gratuite agli indigenti.

Tra l’altro il compito assegnato l’11 marzo precedente alla ex partigiana “Gabriella” (nella foto, particolare, proprio con il “Divo”) del comando regionale veneto del Corpo volontari per la libertà, in quota Democrazia cristiana, era ricoperto, nella storia del Belpaese, per la prima volta, da una donna.

Il ministero della Sanità era stato istituito con la legge 13 marzo 1958, numero 296, approvata durante il governo guidato da Adone Zoni, come scissone dell’Alto commissariato per l’igiene e la sanità pubblica, risalente al 1945, con primo titolare il tisiologo Vincenzo Monaldi, sempre in quota Dc.