TODAY
13 dicembre
Oggi, ma nel 1931, a Torino, nello stadio di via Filadelfia, Renato Cesarini, talentuoso centrocampista della nazionale tricolore di calcio, segnava, nell’ultimo minuto di gioco, la rete decisiva, quella del 3-2, contro l’Ungheria, nella gara numero 11 della seconda edizione della Coppa internazionale. Goal, assestato sul filo dei secondi, che comunque veniva convalidato dalla giacchetta nera elvetica René Mercet. Nasceva così la zona Cesarini.
La definizione verrà coniata dal giornalista Eugenio Danese. Quest’ultimo, redattore del quotidiano partenopeo “Mezzogiorno sportivo”, la utilizzerà nel raccontare, la settimana successiva, la vittoria dell'Ambrosiana-Inter sulla Roma, a Milano, nella sfida di campionato del 20 dicembre, arrivata, per 2-1, grazie al tiro buttato in porta da Umberto Visentin, proprio al 90°. Per la precisione Danese farà riferimento al caso Cesarini. Col tempo poi l’espressione legata a Cesarini diverrà da caso a zona, verosimilmente accostando l’impresa della mezzala bianconera alla fase finale del bridge.
Renato Cesarini, italo argentino, nato a Castellaro, frazione di Senigallia, in provincia di Ancona, classe 1906, in forza alla Juventus, società con la quale aveva esordito in massima divisione, il 23 marzo 1930, nell’incontro avvenuto fuori casa contro il Napoli, era solito risolvere le partite con punti segnati in approssimarsi del triplice fischio dell’arbitro. Spesso invece di perdere attimi preziosi nel passare la palla ai compagni s’involava in solitaria verso l’area avversaria, certo di poter garantire il proprio contributo nello sbloccare il risultato. Lo stesso faceva quel 13 dicembre 1931 nella compagine allenata da Vittorio Pozzo (nella foto, particolare, l’11 reduce dal confronto torinese contro l’Ungheria: Cesarini, tra gli inginocchiati, terzultimo da sinistra a destra). Formazione, quella azzurra, che poi si classificherà seconda nella Coppa internazionale ’31-‘32, dietro la squadra austriaca, il 28 ottobre 1932, a Praga. L'espressione zona Cesarini entrerà prepotentemente nel linguaggio comune del Belpaese e verrà usata sia per indicare i minuti conclusivi e quelli di recupero in un evento sportivo, non solo legato al pallone, ma anche in riferimento ad accadimenti verificatisi in extremis, per lo più con chiusura positiva.
Renato Cesarini, che indosserà la divisa della Vecchia signora fino al 1935, quando passerà al club argentino Chacarita juniors, di Villa Maipù, nella provincia di Buenos Aires, sarà anche allenatore degli juventini. Rivestirà quel ruolo dal 1946 al 1948 e poi nuovamente nella stagione agonistica 1959-1960. Dal 2016 verrà sviluppato, a Senigallia, con il sostegno dell’amministrazione municipale, il premio, intitolato alla memoria di Cesarini. Riconoscimento che verrà assegnato dal comitato organizzatore, presieduto da Gabrio Filonzi, che spetterà al calciatore che segnerà la marcatura più tardiva nel campionato italiano di serie A. La prima volta il titolo sarà vinto da Eros Pisano, dell’Hellas Verona.